L’inversione di tendenza c’è stata: primo tempo sì. Allegri, anche dopo Milan-Reggina di Coppa Italia, aveva chiesto più attenzione nella frazione di gioco che fin qui è costata davvero tanto in termini di punti e di fatica nella ripresa. I suoi hanno sentito ed eseguito. Peccato però che il problema a tempi inversi si sia presentato comunque e quei 45 minuti, o poco meno, regalati agli avversari ci siano stati lo stesso.
E infatti entra in campo bene il Milan che trova un Pescara fragile, fragilissimo sia a difesa che a centrocampo e che non riesce ad arginare la classe e gli inserimenti dei rossoneri che passano in vantaggio dopo pochissimi secondi con il ritrovato Antonio Nocerino. L’azione orchestrata dal duo tutta classe Robinho-El Shaarawy indirizza la partita verso la direzione giusta e i milanisti giocano sul velluto, ma senza più pungere in maniera decisiva, per tutto il primo tempo. L’aggressività e la convinzione nel fare le cose sono però sintomo di una squadra che sta bene e lasciano tranquilli.
La pausa però annichilisce il Milan che invece deve ringranziare l’autolesionismo della squadra ospite che si fa ben due autogol con Abbruscato prima e con Jonathas poi. In mezzo un po’ di paura di troppo con il solito gol preso su calcio di punizione firmato Terlizzi al 56′ e il palo di Balzano con Amelia colpevolmente immobile. Chiude El Shaarawy con un gol servito su un piatto d’argento da Pazzini. E il 113esimo compleanno si festeggia con i 3 punti.