Filosofia di gioco: Zeman schiera i suoi uomini con un 4-3-3 di stampo del tutto offensivo, che pone l’accento sull’intensità, sull’atleticità, sull’intenzione di fare la partita. Gli attaccanti laterali correranno come forsennati, intervalleranno azioni personali a passanti per la prima punta. Assisteremo con regolarità a sovrapposizioni tra le ali e gli esterni di difesa, incaricati di fungere da centrocampisti di fascia e di prediligere la spinta invece del ripiegamento. Anche i centrocampisti, tramite conclusioni dalla distanza, avanzate e inserimenti, parteciperanno alla manovra offensiva. A più riprese, si sganceranno in contemporanea e tenteranno l’assalto. La difesa starà molto alta, tanto che i centrali si troveranno con costanza nella nostra metà campo.
Lacune: i dogmi di Zeman, che non osa adattare le proprie tattiche alle caratteristiche dei giocatori a sua disposizione, risultano spesso non applicabili. A forza di attaccare, inviando quasi tutti gli uomini nella metà campo avversaria, sul lungo andare la Roma sprecherà presto le energie e si predisporrà ad azioni di rimessa. Alzandosi con puntualità i terzini e i centrocampisti, l’interdizione mancherà, si creerà una marea di varchi e i difensori centrali dovranno fronteggiare gli uno contro uno. Per via degli inserimenti dei mediani, oltre a mancare il filtro e la fase di rottura nel cuore del terreno di gioco, l’area verrà intasata e lo spazio destinato alle azioni delle punte diminuirà. Il tecnico boemo è ancora dell’idea che, per segnare e aggiudicarsi gli incontri, almeno otto undicesimi debbano partecipare alla fase d’offesa. Peccato che, così facendo, la squadra si allunghi e possa essere perforata. Nessuno pensi che Piris sia un esterno sinistro adatto al nostro campionato: non sa, nemmeno in minima parte, applicare la fase di contenimento e non conosce il significato del termine diagonale. Marquinhos, pur distinguendosi per rapidità, non si è ancora adattato al nostro calcio: non si trova nelle condizioni di guidare una difesa priva di protezione, neanche il più esperto Burdisso può essergli d’aiuto. Stendiamo infine un velo pietoso sul discorso portieri. Goicoechea, voluto da Zeman al posto di Stekelemburg, difetta nei fondamentali e può commettere in qualsiasi occasione errori da evitare. Approfittarne.
Come batterli: il Milan dovrà scendere in campo con il 4-3-3 di movimento delle ultime gare, mirato alla compattezza e alla solidità. Bisognerà evitare di pressare alti, ma aspettare gli zemaniani sulla nostra trequarti, per poi aggredire con determinazione e ripartire in velocità. Allegri, per l’adempimento dell’impresa, sarà chiamato a proporre una linea mediana composta da Nocerino, Ambrosini e Montolivo. Gli incontristi avranno il compito di rimanere di tendenza bloccati, per proteggere la difesa, e raddoppiare il portatore di palla avversario per fare in modo che i terzini non soffrano gli uno contro uno delle punte esterne della lupa. Anche al nostro tridente offensivo, sperando che il nostro allenatore accantoni Pazzini, verrà attribuito l’onere di ripiegare. Il tutto per assicurare copertura e fare in modo che le punte, in occasione delle ripartenze, godano di un maggior raggio d’azione e possano esprimersi al meglio. Così giocando, cali di concentrazione e superficialità permettendo, ci troveremo nelle condizioni di portarla a casa.
This post was last modified on 22 Dicembre 2012 - 15:05