E’ stata una disfatta o forse una lezione di calcio, sotto tutti i punti di vista. Il tracollo di ieri sera all’Olimpico ha enfatizzato le lacune sia in fase difensiva, disattenti e poco ordinati, che in fase offensiva, quasi impotenti, frettolosi nel verticalizzare e inconcludenti. In certi frangenti sembrava che la squadra capitolina ci stesse surclassando in ogni zona del campo, specie a centrocampo e in attacco guidati da un certo Erik Lamela e da Miralem Pjanic, in condizioni eccezionali.
Già Lamela: possiamo quasi mangiarci le mani perchè non tutti sanno o ricordano che il talento mancino argentino due anni fa di questi tempi era praticamente del Milan. Sportmediaset.it, infatti, ricorda che durante una puntata invernale di Controcampo, sfruttando la “soffiata” di colleghi di Baires, comunicarono di aver visto almeno un paio di volte Ariedo Braida ”battere” gli stadi di Buenos Aires e dintorni per monitorare da vicino quel giovanissimo (allora 18 anni) e promettente attaccante del River Plate. Poi, un po’ il prezzo che cominciava a lievitare, un po’ (soprattutto) l’opportunità di portare a Milanello il Cassano messo alla porta da Garrone, fecero saltare l’affare.
Per non parlare di Pjanic: noi di SpazioMilan.it parlammo di un possibile interessamento da parte della società rossonera quando ancora i vari Montolivo e De Jong subivano i nuovi meccanismi di gioco della squadra e soprattutto l’ambientamento. Non solo, il giocatore bosniaco ad inizio stagione non rientrava negli schemi del nuovo allenatore Zeman e sembrava fosse messo ai confini di una squadra non del tutto ancora rodata. Invece il giocatore, a partire dal derby, ha messo a tacere tutti gli scettici dimostrando di essere un valido giocatore per qualità e quantità, conducendo la squadra giallorossa verso l’importante obiettivo del terzo posto.
Dopo il danno anche la beffa potremmo dire: a quest’ora avremmo potuto gustare una coppia come quella composta da ElShaarawy-Lamela con Pjanic in cabina di regia. Ma non si piange sul latte versato. Ripartiamo da dove eravamo rimasti, con la carica e la grinta giusta per ritornare ai livelli cui compete il Milan.