Il Pescara è una squadra giovane, in lotta per la permanenza nella massima serie, che fa dell’entusiasmo la propria arma migliore. Tra i pali, la squadra di Bergodi fa affidamento sul ventenne Mattia Perin, in orbita Milan da qualche mese. Trattasi di una promessa, 188 cm per 82 kg, che si distingue per agilità e abilità tra i pali. Deve crescere e dimostrare continuità di rendimento, ma va tenuto d’occhio. L’altro effettivo di prospettiva della compagine abruzzese è Vladimir Weiss, classe 1989, che ha già militato in club quali il Manchester City, il Bolton, i Rangers e l’Espanyol. L’elemento in questione è un esterno d’attacco che risalta per rapidità, tecnica di base e inclinazione al dribbling. Così come Perin, presenta margini di miglioramento.
Filosofia di gioco: Bergodi schiera il Pescara con un 4-3-1-2 del tutto simile a un 4-3-3. Le azioni Weiss, impiegato sulla carta come trequartista, partiranno dalla fascia destra. Vukisic, partner di Abbruscato, fungerà in sostanza da ala sinistra. Sta di fatto che il Pescara la metterà sull’intensità, tenderà a non chiudersi più di tanto e a giocarsela a viso aperto. Punto di forza dei nostri avversari sarà il movimento dei laterali d’attacco, che cercheranno in ogni occasione di creare superiorità numerica e alterneranno azioni individuali a passanti per il centravanti e invenzioni atte a fungere da trampolino di lancio per gli inserimenti degli interni di centrocampo, che effettueranno incursioni con regolarità e metteranno in circolo aggressività e determinazione. I terzini, Balzano e Modesto, spingeranno con regolarità. Subordineranno la fase di contenimento a quella di spinta.
Lacune: proponendo uno stile di gioco di stampo offensivo, figlio dell’inesperienza di gran parte dei propri elementi, il Pescara rischia in ogni momento di subire azioni di rimessa e ribaltamenti di fronte. I centrocampisti, pur sapendo interdire, non si sono ancora adattati al calcio italiano e sbagliano spesso la lettura delle situazioni. Alzandosi in contemporanea con costanza, mandano allo sbaraglio una retroguardia non in grado di fronteggiare gli uno contro uno e soggetta ad amnesie ed errori di ogni genere. Il tutto a scapito della solidità e della compattezza. Se i centrali di difesa presentano limiti inerenti il posizionamento e il senso del gioco, i laterali propongono senza concretezza e tremano quando vengono puntati. Le ali d’attacco, pezzi pregiati della squadra, difettano in fisicità. Ecco allora che possono essere controllate. Basta non concedere loro spazi. A Bergodi, infine, mancano facitori di gioco di valore.
Come batterli: scendendo in campo con grinta e applicando con esattezza il 4-3-3 in vigore da metà novembre, salvo episodi, avremo la meglio. Sarà d’obbligo aggiudicarsi lo scontro a centrocampo senza problemi. I nostri mediani saranno chiamati ad aspettare bassi, per poi aggredire gli avversari sulla trequarti e avviare la ripartenza. E per proteggere la difesa, annullando di conseguenza Weiss e Vukusic, gli interditori dovranno raddoppiare le marcature. Per l’adempimento di tale obiettivo, bisognerà puntare su tre incontristi, Montolivo, Nocerino e Ambrosini. Anche le punte avranno il compito di ripiegare, al fine di garantire equilibrio e godere di un raggio d’azione più ampio in occasione delle azioni di rimessa, da effettuare con dinamismo ed efficacia. Meglio, allora, accantonare gli inconcludenti Pazzini ed Emanuelson. E lanciare, al fianco di un El Shaarawy capace di esaltarsi contro l’opposizione abruzzese, i meno peggio Bojan e Robinho.