Giornata cruciale, non c’è che dire: punti pesanti raccolti col Pescara soprattutto in virtù delle sconfitte di Napoli, Roma e Inter che rendono l’ultimo scorcio del 2012 molto meno amaro del previsto. Certo, è ancora settimo posto, ma le quattro vittorie consecutive in campionato e il quarto attacco della Serie A, unite alla possibilità del clamoroso sorpasso-beffa già sabato prossimo ai danni di Zemanlandia, restituiscono tanta fiducia al nascente Milan dei giovani e degli ultragiovani. Linea, peraltro, ribadita dal presidente Berlusconi nel salotto domenicale di Barbara D’Urso: scontato il riferimento a Stephan El Shaarawy (14mo gol per lui in campionato e sempre più capocannoniere, l’anno scorso alla stessa giornata Ibrahimovic aveva segnato due reti in meno), meno scontato il plauso in diretta tv ad Hachim Mastour, apostrofato come “un giocatore di 15 anni che è straordinario, coi i piedi riesce a segnare nel cesto della pallacanestro“.
Per ora basterebbe solo chiudere il 2012 raggiungendo la soglia psicologica dei 30 punti, poi via al determinante mercato di gennaio tra sogni impossibili (chiusura totale sul fronte Balotelli, chimera Sneijder, voglia di Pastore di affermarsi all’ombra della Tour Eiffel), costante ricerca di giovani di belle speranze (si continua a monitorare Strootman, dopo la frenata sul baby pescarese Weiss, deludente nel nebbioso pomeriggio di San Siro), ma soprattutto, ecco la vera novità, possibili ritorni all’antico. E’ di ieri l’apertura ad un nuovo clamoroso ritorno: dopo i rifiuti più o meno accertati di Gattuso e Nesta, lo stop del campionato brasiliano potrebbe creare i presupposti per il prestito secco dal Botafogo di Clarence Seedorf. La vista dell’olandese a Milanello dello scorso 7 dicembre è stata la prima occasione per parlare da “figliol prodigo”. Conferme anche dal Brasile, prontamente smentite dal Botafogo in via ufficiale. Ma la pista è e resta calda: Seedorf chiederebbe un ingaggio piuttosto basso, circa 1 milione di euro, senza la pretesa di giocare. Centrale il suo apporto “carismatico” in un gruppo privo di veri senatori.
Intanto, se il futuro di Robinho continua ad oscillare tra la nebbia milanese e il caldo brasileiro, ecco che quello dell’uomo più discusso di questa prima parte di stagione, parliamo ovviamente di Massimiliano Allegri, starebbe rapidamente trovando nuove fondamenta a Milanello. Il sillogismo è semplice: per l’azienda c’è solo un allenatore migliore dell’attuale e corrisponde al nome di Pep Guardiola, ma Guardiola continua a configurarsi come un sogno e nulla più. Molta la concorrenza attorno all’ex tecnico del Barcellona, poca la volontà da parte di via Turati di accollarsi stipendi onerosi in panchina. Va da sé che Allegri potrebbe rimanere in sella anche dopo il termine della stagione in corso, senza dimenticare che il “nuovo ciclo Milan“, come lo ha definito sempre ieri il presidente Berlusconi, ha avuto due protagonisti principali: Adriano Galliani e l’amico portato in rossonero da Cagliari, tanto vituperato quanto sempre in prima fila nelle decisioni in ottica mercato e non solo. Una figura che, per certi versi, sembra ricalcare quella del manager all’inglese in salsa meneghina, un’autentica novità nel mondo Milan.
Pazzesco: dalla graticola all’agonìa in meno di due mesi, fino alla rinascita o forse alla vera e propria resurrezione delle ultime settimane. Il contratto parla chiaro: 30 giugno 2014. La strada potrebbe essere già segnata, a meno che sia lo stesso Max, da toscano vero, a “ringraziare” anticipatamente la truppa giocandosi un vendicativo ben servito con dodici mesi d’anticipo.
Twitter: @Chrisbad87
This post was last modified on 18 Dicembre 2012 - 12:28