La sua prima parte di stagione, fin qui, si può descrivere come la perfetta metafora della sua carriera (anche se parliamo sempre e comunque di un ragazzo classe ’90). All’inizio non gioca molto, fa molta panchina, ma dopo qualche partita si conquista una maglia da titolare. Intorno a fine a settembre sembra convincere Allegri che lo schiera da ‘falso nueve’ in avanti. Poi, torna a fare panchina ma, col ritorno al 4-2-3-1 si riconquista una maglia da titolare ed inizia a convincere con le sue prestazioni. Soprattutto nello scorcio di gara contro il Palermo e nei due match casalinghi contro Chievo e Malaga, lo spagnolo, schierato da trequartista centrale dietro la punta, offre delle ottime prestazioni e si fa notare soprattutto per la facilità con cui salta l’uomo e riesce ad imbeccare i compagni e per l’intesa che dimostra di avere con El Shaarawy.
Il rientro di gente come Boateng e Robinho gli sbarrano ancora una volta la strada per una maglia da titolare e il ventiduenne entra spesso a partita in corso. Allegri gli offre la possibilità di farsi notare nella gara di Champions contro lo Zenit e in quella di ieri contro la Reggina.Due gare molto simili per Bojan. Due gare in cui non è più sembrato lo stesso giocatore brillante di qualche settimana fa e ha mostrato una certa involuzione. Molto probabilmente, la consapevolezza di non essere più un titolare in questo Milan che sta iniziando a fare risultati importanti e positivi, gli toglie la giusta tranquillità e lucidità. Molto probabilmente vuol mettersi in mostra e cerca di strafare, non facendo mai la cosa più semplice e questo lo porta a sbagliare tanto e a non essere incisivo. Molto probabilmente non vuole perdere un’altra occasione per dimostrare che, il giocatore ammirato nei primi anni della carriera, c’è e non è svanito nel nulla.
This post was last modified on 14 Dicembre 2012 - 15:35