Come? Sfruttando tutti gli aspetti legati al merchandising e al Faraone in particolare. Il marchio di fabbrica c’è già ed è quell’El92 con il quale, unendo iniziali e numero di maglia, spesso si abbrevia il nome del baby fenomeno. Non sarebbe il primo, non sarebbe l’ultimo: Ronaldinho era R10, come ora Cristiano Ronaldo è Cr7 o Neymar NJ92. Nomi in codice, quasi delle sigle che diventano simbolo.
Il capocannoniere della serie A attira la gente, sempre più volta a comprare la sua maglia rispetto a quella di qualsisi altro campione, e attira anche gli sponsor. Il messaggio che può lanciare un ragazzo semplice che si trova, più o meno da un giorno all’altro, sulla bocca di tutti fa gola a che cerca modelli postivi con i quali vendere scarpini da calcio piuttoso che energy drink. E allora ci aveva visto giusto la Nike, che da tempo ha scelto il ventenne milansista come uomo copertina per l’Italia, si rallegra anche l’Adidas, sponsor tecinico del Milan.
C’è poi l’effetto azzurro con la strana coppia El Shaarawy-Balotelli, good and bad boy uniti nella vittoria sul campo e nel marketing. Galliani sogna.
This post was last modified on 3 Dicembre 2012 - 17:39