Lo ammetto, quando il mercato invernale incombe provo una certa preoccupazione. Sì perché quella parola, “riparazione”, proprio non mi convince, sembra quasi una minaccia. Ma a questo Milan calza a pennello. C’è da vendicare un’estate di dolori e cessioni, soprattutto di addii: continuo ad essere convinto, infatti, che l’errore più grande della società non sia stato l’incasso “offerto” dal PSG ma l’aver lasciato scappare a cuor leggero i senatori, i protagonisti della vincente e recente storia rossonera. E come “ripara” a tutto questo il Milan a 5 mesi di distanza? Con altre cessioni…
Per fortuna, speriamo, questa volta non ci troveremo costretti ad assistere ad un Tevez-bis, anche se qualcuno dopo un anno è rimasto “impacchettato” e pieno di (nuovi) infortuni. Si chiama Alexandre Pato e con l’offerta giusta, ma ad una sola soluzione, prestito secco fino a giugno, abbandonerà temporaneamente la causa rossonera: Corinthians in prima fila. Si è convinto anche Berlusconi.
Diversa la “saudade” di Robinho. La sua partenza, chi più chi meno, farebbe contenti tutti: l’attaccante tornerebbe nel club che ad inizio carriera lo ha reso famoso nel mondo, il Santos farebbe un colpo storico e il Milan incasserebbe poco più di 10 milioni (circa 12) e si liberebbe di un ingaggio pesante superiore ai 4 milioni di euro. Ma in risposta arriverebbe un’altra grande (ma più economica) punta. Binho continua a desiderare il ritorno in patria, Allegri, che lo stima tantissimo, Galliani e Berlusconi si stanno mettendo il cuore in pace. La speranza è che la separazione ritardi fino all’estate, ma è solo una questione di tempo. Ed è un danno enorme, perché tecnicamente parlando Robinho era uno dei pochissimi in rosa in grado di fare la differenza, pronto anche al sacrificio senza mai tirarsi indietro per correre anche a difendere. E’ stata troppo sottovalutata la sua importanza in questi anni. Poi toccherà ai meno noti, alcuni invisibili, che sfoltiranno la squadra e cercheranno nuovi stimoli.
Ma è comunque vicino un acquisto. Perché non basterà Muntari per sopperire alla mancanza fino a fine stagione di un titolare come De Jong, il Milan è pronto a “strappare” al PSG il centrocampista Mohamed Sissoko. Classe ’85, maliano, è un vecchio ricordo della Serie A per aver disputato, dal 2008 al 2011, tre anni alla Juventus. Nel 2011 è passato in Francia dove non ha mai avuto un ruolo da primario, collezionando solo 24 presenze. Un possibile buon rincalzo, ma ho dei dubbi sulle caratteristiche, stranote, che porterebbe in rossonero. Di chi recupera i palloni e fa della quantità il suo marchio di fabbrica ce ne sono già in eccesso. Servirebbe il contrario, “sfruttare” la sfortuna di Nigel per aumentare la classe del reparto.
Mi ha riempito di fiducia, parlando di promessa, il primo gol di Niang. E’ vero, non era impossibile da fare e di fronte c’era una modesta squadra di Serie B come la Reggina, ma sono dell’idea che se un giocatore ha delle qualità fuori dal comune lo si vede subito. E Niang l’ha dimostrato: fisico, velocità e ottimo senso realizzativo. Ci vorrà del tempo e dovrà disciplinarsi in campo e fuori, ma il materiale è pregiatissimo. Pazzini, invece, continua ad essere il secondo maggior bomber rossonero dopo El Shaarawy. Nei suoi confronti ci sono ancora tanti pregiudizi che non merita e, ha segnato nelle varie competizioni ben 7 reti, al contrario, a sorpresa, di un certo Cassano, fermo a 5.