Un inizio che meritava di essere vissuto, senza mai dimenticare che di fronte ci sono ragazzi classe 1996: “A 16 anni devi curare tutto, perché è un’età in cui i ragazzi hanno ancora ampi margini di miglioramento – ricorda Inzaghi –. Io cerco di privilegiare l’aspetto tecnico, facendoli allenare molto col pallone. A questa età devono lavorare, ma soprattutto divertirsi. Per il resto, tengo alto il ritmo in allenamento, curo molto l’aspetto alimentare e organizzo un mini-ritiro la mattina della partita: stare insieme è importante, penso che i ragazzi debbano cominciare a ragionare come quando saranno più grandi. Curare bene il proprio fisico e mangiare correttamente sono fattori che alla fine ti fanno rendere di più. Vedo nei loro occhi la voglia di imparare da me e dai miei collaboratori, questa è la cosa per cui andiamo fieri. Oltre ad essere allenatore devi essere anche un educatore, questo mi responsabilizza molto e devo dire che i ragazzi stanno crescendo”.
Ma com’è la settimana tipo del Mister? Pippo risponde: “I pomeriggi alleno sempre, tranne il lunedì e il sabato. La domenica giochiamo la partita e dopo, insieme al mio staff, cerchiamo di far rivedere i ragazzi le azioni della partita: gli errori commessi ma anche i gol e le belle giocate. Uso molto i video, attraverso un’analisi dettagliata si possono migliorare tante cose e lo dico per esperienza. Ho la fortuna di avere uno staff di persone molto ferrate, insieme prepariamo l’allenamento e cerchiamo di capire dove insistere per progredire. Io e il mio staff lavoriamo in perfetta sintonia: al mio fianco ci sono Fulvio Fiorin, Stefano Nava e Villiam Vecchi, una fortuna per me soprattutto per i ragazzi che alleniamo. Obiettivi? Galliani e Galli hanno chiesto di fare crescere queste giovani in ottica promozione in Primavera, la vittoria non è la cosa principale. Chiaro, quando sei in campo te la giochi: la finale scudetto è alla nostra portata”.
Un discorso a parte, preciso, affettuoso e chiaro lo merita Hachim Mastour: “Partiamo dal presupposto che è un ragazzo intelligente -precisa l’allenatore degli Allievi Nazionali –, è giovane ma sa il fatto suo. E’ stato inserito gradualmente: all’inizio giocava meno, poi di più. Va lasciato crescere, ma ha un grande talento. Ma è tutto il gruppo ad essere fantastico, a cominciare dal’eccezionale capitano Mastalli. Le poche sconfitte che sono arrivate fin qui sono state tutte immeritate, la squadra è ambiziosa e sta costruendo la mentalità vincente. Allenare ti cambia la vita: prima dipendevo soprattutto da me stesso, ora ho 37 giocatori da gestire e non è facile lasciare a casa più di dieci giocatori a partita”.
This post was last modified on 25 Dicembre 2012 - 00:56