Ci sono quelle partite che per le società sono meno importanti di altre, perché tanto l’obiettivo è stato già raggiunto ed è fondamentale conservare le energie, soprattutto quando, come è successo al Milan quest’anno, devi tentare di raddrizzare una stagione nata male. E allora scendono in campo quegli uomini che durante il resto della stagione hanno meno possibilità di giocare, perché tanto il risultato non conta nulla.
Nel Milan, però, è tutta un’altra storia. Perché quando calchi l’erba di San Siro con addosso la casacca del club più titolato al mondo non puoi permetterti di sbagliare, anche se hai solo un minuto per metterti in mostra. E non c’entra il milione di euro che entra nelle casse della società in caso di vittoria, e nemmeno il ranking Uefa, c’entra il fatto che indossi la maglia del Milan e, solo per quel motivo, devi scendere sempre in campo con l’idea di dare il massimo per portare a casa la vittoria.
Insomma, con la maglia del Diavolo non esistono amichevoli mascherate da partite ufficiali. Purtroppo, però, non è sembrato di leggere questo nella mente di alcuni giocatori rossoneri scesi in campo dal 1’ contro lo Zenit San Pietroburgo. Su tutti, Bojan ed Emanuelson. Da possibili protagonisti, qualche settimana or sono, della sperata rimonta rossonera a scalda-panchine nelle ultime settimane.
Infatti, nelle ultime uscite, Allegri sembra aver preferito ai due, lasciando da parte l’intoccabile El Shaarawy, sempre più Boateng e, da quando ha recuperato, Robinho. Ne è conseguito che la sfida di Champions dovesse rivestire per i due un’importanza primaria, un appuntamento da non fallire, da interpretare al meglio per convincere il mister ad affidare ancora una volta a loro una maglia da titolare nei match che contano.
Purtroppo, però, la sfida contro lo Zenit di Spalletti non ha visto, tra i suoi protagonisti, né il talentino spagnolo, né tantomeno il funambolo olandese. I due non hanno certamente sfigurato, ma non sono nemmeno sembrati nella migliore condizione, quella, per intenderci, vista contro il Chievo. Poco presente e meno attivo del solito Ema, troppo pasticcione, invece, Bojan, che spesso ha sbagliato laddove un fuoriclasse come lui non deve fallire: l’ultimo tocco, quello in grado di mettere il compagno davanti al portiere.
Insomma, due tra i più rapidi elementi della rosa di Allegri, due sui quali il tecnico, e non solo lui, ripone grandi aspettative per risollevare il gioco e le sorti del Milan, stasera sono apparsi poco presenti e/o poco lucidi, gettatando al vento un’occasione per mettersi in luce e riguadagnarsi una posizione di spicco nelle gerarchie di Allegri. Insomma, altro non è che un’occasione sprecata!