“Pato credo che difficilmente lo rivedremo entro la fine dell’anno”: parola di Massimiliano Allegri in conferenza stampa pre-Reggina, all’ennesima domanda sul brasiliano. Oramai è un caso nazionale: chi ha visto Pato? Allegri parla di un arrivederci all’anno prossimo, ma quest’anno il saluto di presentazione non c’è ancora stato. Passano gli anni ma gli interrogativi senza risposta su Pato aumentano. Ci hanno provato in tanti, troppi medici, addirittura luminari (o illuminati?) della medicina ma nessuno ha trovato la cura a un caso che pare non aver soluzione.
Allegri spedisce Pato direttamente al nuovo anno ma dimentica un dato fondamentale: il brasiliano nell’anno solare ha toccato il campo di gioco solamente in tredici partite. Tre gol (uno col Novara nel turno di Coppa Italia della passata stagione; due in Champions League in questa stagione) che non bastano per modificare il giudizio su un giocatore che rischia di divenire un eterno incompiuto. L’età sulla carta d’identità, da sempre sua compagna di viaggio, incomincia a diventare scomoda: a 23 anni dovrebbe aver già la squadra sulle spalle e trascinarla a suo di gol e prestazioni. Invece la guarda dalla tribuna e, nelle poche volte che lo si è visto in campo quest’anno, indossava la casacca della Seleçao all’Olimpiade: caro Pato, quand’è che ci indiavoliamo?
L’ultimo gol in campionato risale a più di un anno fa, Milan-Chievo del 27 novembre a San Siro: una rete scacchia ombre e malumori. Ma un anno dopo, siamo sempre nella stessa soluzione. Il suo agente, Gilmar Veloz, assicura che “Pato è guarito al 100% e può essere titolare”. Ma allora perchè Allegri lo ha salutato fino al prossimo anno? Attenzione alle mosse di gennaio.
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