Si conclude male il 2012 del Milan, con una sconfitta netta all’Olimpico per mano della compagine di Zeman, che va in difficoltà solo quando Allegri inserisce un attaccante di ruolo, Pazzini, in grado di mettere in difficoltà i non irresistibili centrali giallorossi.
Proprio sulla scelta del “puntero”, Allegri ha ricevuto le maggiori critiche, in virtù della sua testardaggine nel continuare a proporre Kevin Prince Boateng come centravanti atipico: la scelta del tecnico livornese si è rivelata ancora una volta sbagliata, dato che le caratteristiche del ghanese non si sposano per nulla con quel ruolo.
La tipologia di questo nuovo ruolo, introdotto, manco a dirlo, dal Barcellona di Guardiola, non calza al Boa, dato che il “falso nueve” deve essere un giocatore brevilineo, rapido e guizzante, capace di svariare continuamente su tutto l’arco offensivo, senza dare punti di riferimento alla difesa avversaria e in grado di galleggiare sulla linea di fuorigioco. Come si intende, non proprio le caratteristiche dell’ex Portsmouth, che è abbastanza statico e per “retaggi da centrocampista”, tende ad arretrare per giocare il pallone, facendo, dunque, mancare la profondità alla manovra rossonera. La situazione, non a caso, è cambiata in meglio dal momento in cui sono entrati Pazzini e Bojan che si lanciavano in profondità, fornendo sbocchi di manovra ai centrocampisti rossoneri; ovviamente anche lo stesso Boateng ha alzato l’asticella della sua prestazione, perché è stato arretrato sulla trequarti, quello che è indubbiamente il ruolo a lui più congeniale. Il ghanese è andato, infatti, per ben due volte vicinissimo al gol, prima stoppato da un grande riflesso di Goicoechea e poi dal palo.
Dopo la debacle capitolina, probabilmente, Allegri si è reso conto che il posto giusto per il Boa è quello di esterno destro nel tridente offensivo, una posizione dalla quale può svincolarsi dalle asfissianti marcature dei difensori e lanciarsi in quegli inserimenti offensivi che lo hanno consacrato come uno dei migliori giocatori degli scorsi campionati. La pausa cade, dunque, al momento giusto perché darà la possibilità all’allenatore rossonero di far rifiatare i suoi e soprattutto di ridisegnare l’attacco ed in primis la posizione di Boateng, che per carisma e classe è uno dei giocatori cardine da cui deve ripartire alla grande la difficile stagione del Milan.