“Dal punto di vista psicologico il 2-2 del San Paolo ha fatto molto. L’inizio di campionato è stato difficile, più di quanto pensassimo. Abbiamo pagato tanto il contraccolpo degli addii estivi. C’era bisogno di fiducia e quella arriva solo con le prestazioni. A Napoli si era messa malissimo, però abbiamo avuto la forza di rialzarci”.
E sulla situazione in classifica: “Intanto la zona Champions si è avvicinata, due mesi fa sembrava un miraggio… Dovremo avere più continuità, perché tutte le nostre rivali, tranne la Juve, hanno vissuto e vivranno momenti di alti e bassi. La Juve? È la squadra più pronta, ha un base solida, lo scudetto vinto in quel modo psicologicamente aiuta molto“.
Sulla maglia da titolare conquistata: “Io mi sono sempre sentito tale anche quando giocavo meno. Certo, in passato ho commesso degli errori perché non è facile scendere in campo all’ultimo momento dopo due o tre mesi in panchina. Però quando ho scelto il Milan tre anni fa il mio obiettivo era diventare titolare e continuo a lavorare per questo. Fino all’anno scorso c’erano gerarchie chiare e io con professionalità le ho sempre rispettate. Oggi sono felice dell’opportunità che mi sta dando. Dentro mi sento un ventenne… Io voglio far parte di questa squadra che vuole tornare, per Dna del club, a vincere in Italia e fare bella figura in Europa“.
Infine, l’inevitabile domanda di mercato, con gli addii di Pato e Robinho, e il possibile arrivo di Mario Balotelli: “Mario non lo conosco bene. Credo che abbia attraversato momenti particolari nella sua vita e penso che venire al Milan potrebbe fargli bene: questo è un ambiente che non ti permette certi comportamenti e sono sicuro che lui abbia voglia di dimostrare di essere un grande giocatore. Pato e Robinho? Non sono cosa succederà. Da amico e compagno, mi piacerebbe che Robinho e Pato restassero, ma ormai…“.
This post was last modified on 30 Dicembre 2012 - 19:14