Però con Pato è diverso, da sempre. Da quando è arrivato 18enne timido, impacciato e lo si lodava come fosse già pronto per prendersi sulle spalle una squadra intera. Fino ad oggi dove si ritrova ventitreenne con l’etichetta di “finito” attaccata sulle spalle. Non c’è mai stato equilibrio nell’elogiarlo, non c’è equilibrio ora nel bacchettarlo.
Il futuro però più che rossonero pare essere nero. Come il tunnel in cui è cascato: senza luce, senza fine. Non convocato per la Champions, indisponibile (come si può già averlo deciso ora?) per la partita contro il Toro. Intanto la palestra gonfia i muscoli e smonta l’autostima. Vuole giocare ma quando lo fa è irriconoscibile, vuole essere al centro del progetto ma si emargina con i suoi stessi dubbi esistenziali. La molla, il “Sì, sono pronto” può scattare solo ed eslusivamente da lui. Il Milan, per ora, lo aspetta.
This post was last modified on 6 Dicembre 2012 - 15:46