Avviso agli spettatori: vietato storcere il naso. La ricostruzione del bel palazzo è ancora in corso, vietato dimenticarlo. In platea, una presenza illustre: quella del presidente Silvio Berlusconi. Nella giornata caratterizzata dal chiacchiericcio costante sul possibile nome del dopo Allegri, Pep Guardiola, Silvio sembra tornato nella sua casa proprio per spazzare via le nubi e dare un messaggio chiaro di vicinanza e sostegno. E chissá cosa gli avrà riferito Galliani nel biglietto passatogli di sotterfugio.
La presenza del presidente onorario allo stadio non può che essere una spinta ulteriore. Una presenza che, a memoria d’uomo, fatica a trovare una collocazione temporale. Dunque, il buon Milan visto con il Chievo si è ripresentato a San Siro contro il temibile Malaga di Pellegrini. Un buon banco di prova per poter dire se sabato scorso si era trattato di un fuoco di paglia o se questa piccola creatura stia ora finalmente crescendo. Se fosse una domanda da un milione di dollari, direi: “La seconda risposta, la accendiamo!“.
Quella vista nella fredda serata di Champions, è una squadra cresciuta nello spirito, che ha saputo riacciuffare il risultato con la forze del gruppo. Qualche giornata fa sembrava fantascienza. E ci sono alcuni dettagli da non sottovalutare, che potrebbero rappresentare la spinta propulsiva nel motore della squadra. Alexandre Pato è tornato finalmente al gol dopo i tormenti patiti, e da qui in poi, sbloccatosi psicologicamente, l’operazione “recupero ragazzo/calciatore” non può che essere in discesa. Come se non bastasse, il giocatore più chiacchierato di questi giorni, Bojan Krkic, visto come traditore dai supporters del Malaga per il rifiuto estivo, cresce. Eccome se cresce. Nella serata che qualcuno ha definito della svolta, il giocatore con la maglia 22, ha diretto il gioco con maestria e personalitá. A tratti ha saputo indicare la via ai compagni. Ha saltato l’uomo con l’autorevolezza richiesta a campioni e campioncini…Alt. Non andiamo troppo oltre, il ragazzo sta dimostrando che nella posizione di rifinitore alle spalle dell’unica punta, ha trovato terreno fertile.
Passando al capitoletto legato ad Allegri, il pubblico non gliele ha mandate a dire nell’occasione della sostituzione di El Shaarawy, evidentemente poco gradita; e giù bordate di fischi. Scelta coraggiosa, quella di togliere l’uomo più in forma del momento e capocannoniere della serie A per il fin qui deludente Boa,ma rivelatasi alla fine fruttifera. Pochi minuti ed ecco l’incornata dell’1 a 1 che vale il secondo posto nel girone. E non è poco.
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