Un conto è il campo. Un altro è la televisione. Il ragionamento stuzzica da domenica sera la mente di Nicola Rizzoli, l’arbitro di Milan-Juventus, che ha assegnato ai rossoneri il rigore decisivo per l’1-0. Le immagini hanno chiarito che il tocco di braccio di Mauricio Isla non ci fosse, ma la realtà e l’immediatezza del rettangolo verde giocano sempre brutti scherzi. Anche a quelli tradizionalmente ritenuti i più bravi.
Secondo quanto riferisce la Gazzetta dello Sport, Rizzoli si è confrontato serenamente col designatore Stefano Braschi. E dall’Aia è trapelata una riflessione di questo tenore: “Ci sono due verità parallele: quella che accade in campo, con la sua velocità, i suoni e tutto il resto. Poi c’è la tv che scompone le immagini, le rallenta, le deforma e spesso non riesce a dare certezze. Come è accaduto alle moviole su Isla. Siamo sicuri che il pallone non tocchi mai il braccio nonostante la traiettoria verso il basso?”.
Ad ogni modo Rizzoli si sarebbe confidato con gli amici: “In campo era da fischiare, la realtà televisiva altera le percezioni e non ci sono neppure tutte queste certezze…”. Particolarmente apprezzato è stato il comportamento dei giocatori della Juventus che non sono trascesi in vibranti proteste: “Le proteste sono state molto civili e questo mi ha permesso di continuare ad arbitrare con la massima concentrazione”, avrebbe detto il direttore di gara.