Che El Shaarawy e Kakà non possano essere paragonati, dal punto di vista tecnico, è un dato di fatto. L’uno si è affacciato da poco più di un anno nel calcio che conta, deve crescere e dimostrare partita dopo partita di potere diventare un elemento di prima fascia, mentre l’altro è stato per anni considerato il giocatore più forte in attività e nel 2007 si è aggiudicato il Pallone d’Oro, dopo avere condotto il Milan alla conquista della Champions League.
Diversi, oltretutto, sono i contesti in cui i due hanno iniziato la propria avventura in rossonero. Ricky era approdato a Milano nell’agosto del 2003: la compagine di Ancelotti, ricca di campioni, era reduce dalle notti di Manchester e Monaco e puntava ad aggiudicarsi il maggior numero di trofei. Stephan è stato acquistato nel giugno del 2011 e, dopo un anno di ambientamento, ha dovuto fungere da leader di una squadra in difficoltà e priva di punti di riferimento.
A riflettere con attenzione e cognizione di causa, però, ci si accorge che Kakà ed El Shaarawy presentano una peculiarità: il fatto di essere arrivati tra lo scetticismo dei più, nonostante Ricky avesse già vinto un mondiale con la maglia del Brasile, per poi essersi riusciti a guadagnare sul campo rinnovi di contratto. Se Ricky si è aggiudicato adeguamenti di stipendio anno dopo anno, diventando nel 2007 il giocatore più pagato in Italia, El Shaarawy ha appena goduto di un raddoppiamento dell’ingaggio e di un prolungamento. Da 600 mila euro, si accinge a percepire 1,2 milioni e a legarsi al club di via Turati fino al 2018. Niente male, per essere al secondo anno di Milan. Che sia di buon auspicio per la sua carriera, ci si augura, segnata da patti con il Diavolo!