Pazza partenza, poi l’oblio. E se il gol manca da due mesi…

Si sa, il gol per un’attaccante è come l’acqua per una pianta: imprescindibile, essenziale, vitale. Non si può pensare ad un attaccante senza subito associarlo all’immagine della sua ultima esultanza, perchè il calcio vuole così: se rientri nel parametro “attaccante”, per te conteranno solo il numero dei gol. Potrai fare assist, a sportellare coi difensori, lavoro sporco utile per la squadra ma alla fine quello che si ricorderanno di te i tifosi saranno i tuoi pochi gol. E’ la storia di Giampaolo Pazzini in rossonero, arrivato a Milanello con tanta voglia di dimostrare che dell’altra parte del Naviglio si sbagliavano. Ci è riuscito, fino ad ora, solo in una partita.

1 settembre 2012-1 novembre 2012: sono passati due mesi da quella strepitosa partita di Bologna, dove il Pazzo realizzò alla prima uscita da titolare in rossonero una tripletta indimenticabile. Rigore di mestiere e primo gol in rossonero, una zampata su un errore del portiere rosso-blù e un tacco da cineteca: si sono scritte tante pagine per celebrarlo. Ma altrettante se ne stanno scrivendo adesso, quando Pazzini non vede la porta da due mesi e il suo bottino stagione è fermo a quei tre gol che ne hanno spento le traccie. In mezzo, ci sono tredici partite tra campionato e Champions League dove Pazzini è stato spettatore dei match. E l’altra sponda del Naviglio se la ride.

Propositivo, voglioso, sempre pronto: tutte caratteristiche del “Pazzini Furioso” degli ultimi due mesi che non riesce però a scrollarsi di dosso questo peso del gol. Perchè quando non incominci a fare gol e i tuoi compagni se li aspettano da te, il brusio di San Siro appena ti arriva la palla tra i piedi può diventare un peso insormontabile. Rimpocchiamoci le mani e lucidiamo le scarpe: San Siro aspetta sabato la tua prima Pazza esultanza.

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