Serve continuità: lo diciamo spesso dall’inizio di questa stagione dopo ogni prova minimamente positiva. Dopo San Pietroburgo, ma anche dopo il pareggio di Palermo e dopo la vittoria, l’unica di larga misura, contro il Chievo a San Siro. Il rocambolesco pareggio di Napoli, secondo 2–2 in rimonta a cui va aggiunto il 3-2 da 3-0 contro la Lazio, racconta la storia di una squadra che comincia a giocare la sua onesta partita dopo gli sberloni dei primi tempi. Come se ogni volta serva una scossa, serva toccare l’abisso più profondo per poi risalire faticosamente la china.
Una china che ha il nome, ancora una volta, di Stephan El Shaarawy. Troppo Faraone per questo Milan, è stato detto da più parti nel corso di questo weekend. E l’italo-egiziano diventa ancor più deus ex machina di Zlatan Ibrahimovic, ovvero “come ti spiego che a venti-anni-venti mi carico sulle spalle il club più titolato al mondo”. E la mente torna alla partita della Nazionale con la Francia, a quel tandem con Balotelli che tanto è piaciuto nonostante la sconfitta finale. A Berlusconi e Galliani piace Balotelli e al giocatore piace al Milan. L’Inter, quando cedette Balotelli al Manchester City, inserì una clausola secondo cui, a parità di offerta di una squadra concorrente, i nerazzurri hanno la possibilità di avere il giocatore. Se si alza l’offerta, l’Inter deve rilanciare, ma la volontà del giocatore è, di questi tempi, sempre quella che prevale.
Orizzonti di un mercato che a gennaio qualcosa lo dovrà necessariamente raccontare. Come è altamente probabile che uno dei centrali di difesa saluterà la truppa di Milanello: no contest Bonera-Yepes, Acerbi ha ricevuto rassicurazioni da Galliani sulla sua permanenza in rossonero. Restano, di fatto, l’oneroso Mexes e l’economico ma anonimo Zapata a giocarsi l’ultimo posto utile: l’indiziato numero uno per i saluti sembrerebbe proprio il colombiano, se non altro per la difficoltà nel liberarsi di uno stipendio importante come quello del francese. A meno che…
A meno che la smentita, ma probabile nuova liaison cinese (ne sapremo di più il prossimo 4 dicembre, quando è attesa a San Siro la delegazione orientale) non porti ad un certo accordo per cui il proprietario della squadra di Marcello Lippi sia disposto ad accollarsi l’intero peso economico di Mexes pur di avere qualche nome di prestigio da sfoggiare all’ombra della Grande Muraglia. Rimanendo, ad ora, più con i piedi per terra, l’unico dato di fatto è che ci lasciamo alle spalle una settimana partita tragicomicamente con le scorie del post Fiorentina, che ha vissuto intensamente il Berlusconi Day di venerdì e che si è chiusa con un 2-2 a Napoli con qualche (finalmente) margine di speranza. Almeno fino a mercoledì, primo decisivo snodo, nel nome di un Europa che per il Diavolo deve continuare ad esserci. Per forza.
Twitter: @Chrisbad87
This post was last modified on 22 Novembre 2012 - 15:32