Già l’anno scorso si era visto che qualcosa non andava sul piano finanziario nel gruppo Fininvest, tant’è che le previsioni erano tutte negative: conti alla mano Berlusconi sapeva di sfoltire qua e la nelle sue aziende chi gli costava troppo. L’esempio Milan è tra i più eclatanti: via Ibra, via Thiago Silva, via Gattuso e tutti gli altri senatori, via i contratti importanti e via una buona fetta di fiducia dei tifosi. I conti tornano di sicuro, ma non quelli sul campo. E siccome il calcio è anche, se non soprattutto, una questione di cuore, tutto il popolo rossonero vorrebbe che Silvio guardasse un po’ di più sul prato verde che nelle sue tasche.
Zero soldi uguale zero investimenti, certo, ma proprio tutto il ricavato dalle cessioni è dovuto andare a ripianare i debiti di casa Berlusconi? Forse una parte abbondante, ma reinvestire significa anche avere un profitto al di là del qui e ora. Se si mantiene costante un lavoro produttivo come aveva fatto fino a poco tempo fa la società si ricava molto di più che spremere fino all’ultima goccia il ricavato di un breve periodo.
Silvio dice che venerdì tornerà a calcare i campi di Milanello per vedere com’è l’umore dello spogliatoio e per parlare con ogni singolo giocatore cercando di motivarlo. Noi, da tifosi, invece chiediamo al presidente di parlare con se stesso e fare un esame di coscienza: il calcio è cambiato e servono i milioni per avere i giocatori più forti, talvolta però si è dimostrato che una grande squadra vale più dei grandi nomi. Il mercato del Milan deve andare al di là del colpo ad effetto per tener buoni gli ultras, deve creare un gruppo solido, capace di vincere e di competere contro tutti. Perché il Milan merita di più.
This post was last modified on 14 Novembre 2012 - 21:31