Il Malaga, come dimostrato dalla gara di andata, dispone di elementi in possesso di rapidità, abilità nel dribbling e con la palla tra i piedi e vocazione al gioco d’attacco: Isco, Saviola, Joaquìn, Portillo ed Eliseu su tutti. E può fare affidamento, nei momenti di difficoltà, su un centravanti del calibro di Santa Cruz. L’ex attaccante del Bayern, a dispetto dell’età, sa fare salire la squadra. Menomale che Pellegrini, preferendo l’apparenza alla sostanza, ha intenzione di farlo partire dalla panchina. Sta di fatto che, a differenza dell’incontro di scena alla Rosaleda, i nostri avversari si trovano in un periodo di appannamento: hanno raccolto un punto nelle ultime due gare e stanno attraversando un calo di condizione. Ciò nonostante, stasera, scenderanno in campo con determinazione e voglia di imporre il proprio credo calcistico.
Filosofia di gioco: il Malaga suole schierarsi con un 4-2-3-1 votato all’offesa. Gli uomini di Pellegrini correranno e alla follia e prediligeranno un calcio palla a terra, alla ricerca del varco con cui colpire gli avversari, condito da passaggi in orizzontale e sovrapposizioni e dalla voglia di tenere a ogni costo la sfera. Gli esterni, terzini inclusi, si dedicheranno in prevalenza alla fase d’attacco. E alterneranno azioni individuali ad assist per il centravanti che, essendo Saviola, si muoverà e parteciperà con regolarità alla manovra. Anche i centrali di centrocampo, tramite inserimenti effettuati con costanza, contribuiranno alla costruzione di occasioni. Nessuno rinuncerà a proporre.
Lacune: i centrocampisti e gli attaccanti, pur presentando abilità di palleggio e movimento, peccano in fisicità. E tocchettando in continuazione, corrono il rischio di non imporsi con concretezza, ma soltanto in superficie. Solo Camacho, anche se senza costanza, si dedica all’interdizione. Ecco allora che in mezzo al campo, dal momento che la squadra continua ad alzarsi, potranno crearsi falle da sfruttare per effettuare ripartenze. Il tutto verrà facilitato, visto che i laterali di difesa trascureranno di certo la fase di contenimento e i difensori centrali non si distinguono per senso della posizione e dell’anticipo. Oltretutto, partecipando otto uomini alla fase di spinta, il Malaga si esporrà con puntualità ad azioni di contropiede.
Come batterli: visto l’avversario in questione, Allegri può rilanciare il 4-2-3-1 proposto contro il Chievo, a condizione che i trequartisti ripieghino e terzini e i mediani rimangano bloccati. Per garantire equilibrio. Bisognerà evitare di fare da subito la partita, ma aspettare che il Malaga si illuda di prendere il controllo delle operazioni, per poi stroncarne sul nascere le speranze e ripartire con incisività e velocità. In merito, dovremo puntare sulla fascia sinistra, dal momento che El Shaarawy è l’effettivo più in forma. Per assicurare dinamismo e compattezza, data l’inconsistenza di Pazzini e la condizione di Pato, Allegri avrà il compito di provare Bojan Krkic nella veste di centravanti e schierare sulla linea dei trequartisti un centrocampista di ruolo. A tal proposito, bisognerà decidere se dare fiducia a Boateng o a Nocerino, in grado di effettuare incursioni e praticare la fase di recupero palla.