Dal venerdì presidenziale che si è vissuto ieri a Milanello ho maturato questa convinzione: la visita di Berlusconi è servita per rendersi conto che il Presidente è ancora innamorato del suo Milan. Anche se arrivata con colpevole ritardo, anche se ha nascosto per un pomeriggio i problemi sul campo dei rossoneri, anche se a Napoli i benefici della sua presenza non si vedranno.
Chi esce vincitore dopo l’evento in questione è sicuramente Massimiliano Allegri, confermato anche da Berlusconi con convinzione, il quale lo ha difeso e sostenuto in maniera sorprendente. Nessuna smorfia all’inevitabile domanda sull’allenatore rossonero, solo una semplice constatazione: “Sono il Presidente e se decido di mandare via l’allenatore lo faccio”. Ma questo non è il caso. Allegri incassa la fiducia, ma i bonus, comunque, non sono infiniti. Servono vittorie.
Mi è parso di assistere ad una vera e propria cerimonia, composta e persino troppo eccessiva. Nessun copione, nessuna noia, sia chiaro, solo un imbarazzo: quasi come se il mondo, all’atterrare di Berlusconi con il suo famoso elicottero, si fermasse ai suoi piedi. Lo conosciamo, non gli dispiace affatto.
E’ stato il giorno di El Shaarawy e Bojan, il primo protagonista del più lungo colloquio, pieno di sorrisi, con il Presidente, il secondo tenuto tra le braccia dello stesso quasi a dire “tranquillo, noi crediamo in te”. Non nascondo che anche se mancava da più di un anno, il Presidente Berlusconi rimane unico e inimitabile nella lasciare intendere la sua presenza, anche se manca fisicamente, alla squadra. Ma le parole dovevano arrivare prima, perché il Berlusconi di ieri fa capire di comprendere senza mai sottovalutare i problemi dei rossoneri. Dal mercato (“troppi giocatori in prestito e non idonei in squadra”) alla formazione (“decide Allegri ma cambiare sempre modulo non va bene”) fino ad arrivare al Milan del futuro (“puntiamo tutto sui giovani, senza investitori stranieri al momento”). “Basterebbe” risolverli.
Col Napoli a Napoli sarebbe dura a prescindere, ma una sorpresa rossonera, dopo quella di Berlusconi a Milanello, anche se il Natale è ancora lontano, non farebbe male. Vincere non è impossibile, nonostante il momento e nonostante Cavani. Ma a prescindere dal risultato finale, spero vivamente di poter avere come riferimento un Presidente più presente: lo so, chiederò tanto, sarò ambizioso, ma ho semplicemente ricordato e studiato il vecchio Berlusconi. Quello nuovo ancora non mi piace.