Esperto conoscitore del mondo Milan. Rivelatore, spesso, di curiosità e retroscena rossoneri. Furio Fedele, firma del Corriere dello Sport, è intervenuto oggi a “Falla Girare“, il varietà sportivo condotto da Christian Pradelli e Piermaurizio Di Rienzo su Radio Lombardia e Lombardia Channel.
A proposito della visita di Silvio Berlusconi e del 2-2 di sabato sera al San Paolo di Napoli, Fedele ha offerto una chiave di lettura: “Non capisco come uomini di una certa età abbiano bisogno di sollecitazioni di qualcuno, se ogni fine mese ricevono dai 100 ai 300mila sul conto corrente. Sgombriamo il campo da questo falso romanticismo. L’importanza di Berlusconi è ormai acclarata, soprattutto in certi momenti. Il Presidente è andata a dare direttive che si vedranno concretizzate al più presto, soprattutto per quel che riguarda il modulo che dovrebbe (il condizionale è d’obbligo) essere quel 4-3-1-2, che è poi il modulo originale del Milan di Allegri e delle squadre di Allegri, in generale. Questo pareggio è frutto di un Milan che sta bene, ma deve avere continuità: mercoledì si gioca a Bruxelles una gara fondamentale per la Champions, poi la Juventus, quindi il Catania e lo Zenit. Quella di ieri dev’essere la prima di cinque partite che devono essere positive, altrimenti la stagione del Milan avrebbe connotati decisamente differenti“.
Quindi alcune questioni inerenti al mercato: “Acerbi è fuori dal mercato, in realtà non dovrebbe mai esserci entrato stato. Il ballottaggio è ridotto a Zapata e Mexes. A Berlusconi e Galliani piace Balotelli e al giocatore piace al Milan. L’Inter, quando cedette Balotelli al Manchester City, inserì una clausola secondo cui, a parità di offerta di una squadra concorrente, i nerazzurri hanno la possibilità di avere il giocatore. Se si alza l’offerta, l’Inter deve rilanciare, ma la volontà del giocatore è prevalente”.
Infine, la questione relativa agli investitori cinesi: “Il primo approccio dovrebbe avvenire all’inizio di dicembre quando Liu Yongzhuo, presidente del Guangzohu, dobvrebbe venire a Milano a far visita a Galliani e conoscere i capisaldi del Milan: la sede di via Turati, Milanello, San Siro. Se non all’aggiundicazione di quote, si pensa ad un sostegno abbastanza concreta di questi investitori cinesi nel Milan. L’altro giorno Berlusconi è stato molto chiaro: non parole, ma opere di bene nel senso che bisogna mettere mano al portafogli. Il Presidente è rimasto un po’ scottato dall’esperienza dei russi, quando durante l’ultima visita all’amico Putin si aspettava qualcosa di più concreto e immediata. Questo concardata cinese dovrebbe essere più robusta e soprattutto avere le idee più chiare“.