Il mondo del calcio rischia di essere sconvolto da un’altra notizia bomba inerente ipotetiche partite truccate. Proprio così. Antonio Juliano, campione d’Europa con l’Italia nel 1968 e storico centrocampista del Napoli, lancia sospetti sull’ultima giornata di campionato della stagione 1977-1978. L’incontro in questione, che nulla aveva a che vedere con la classica partita di fine annata, è Napoli-Milan. La posta in palio riguardava l’accesso in Coppa Uefa.
E come ricorda il partenopeo, “con un pareggio, ci saremmo qualificati entrambi“. Nulla di speciale, fino a ora. Peccato che si tratti soltanto dell’inizio della rivelazione. Già, Juliano continua, dicendo che: “Per questo incontrai Rivera e Albertosi, prima del match. Decidemmo per il pareggio e, dopo aver spiegato tutto ai miei compagni, facemmo finire la partita 1-1“. Il tutto mentre correva l’anno 1978, ventiquattro mesi prima dell’arresto di Enrico Albertosi e il coinvolgimento del Milan e della Lazio nello scandalo scommesse, che costò alle due compagini la retrocessione in cadetteria e la radiazione del presidente rossonero Felice Colombo.
Sta di fatto che la narrazione, esclusiva della Gazzetta dello Sport, continua. Il tutto per fare comprendere come non si tratti di una bolla di sapone. “A un certo punto, perdevamo, a causa di un gol di Bigon al 74’ e gli altri mi dicevano: “Ma come? Ci hai detto che avremmo pareggiato…”. Allora io andai da Albertosi e gli ricordai che avevamo fatto un patto e che non capivo perché non lo stessero rispettando. E lui replicò: “Capitano, ma che devo fare se io mi sposto a destra e i tuoi mi tirano la palla addosso?” Questo mi disse”. Poi arrivò la svolta. Angolo al 90’ e Vinazzani, che è uno che di gol di testa in carriera non ne ha mai fatti, va in mischia e firma il pareggio. E tutti eravamo felici: più di tutti i tifosi“.
La vicenda non può passare inosservata. Gianni Rivera, uno dei presunti artefici della combine, ai tempi capitano del Milan e a oggi presidente del settore giovanile e scolastico della Federcalcio, ha preso la parola: “Se il pareggio ci qualificava entrambi, allora, non c’era nemmeno bisogno di parlarci. Francamente, non mi ricordo molto bene. Capitava che si parlasse tra di noi prima di una partita, poi però, ognuno giocava la propria“. Il che, purtroppo, non basta per smentire le rivelazioni di Juliano…