Un quarto d’ora a colloquio con il Presidente (ritrovato) nella sala del camino di Milanello. La scena che si è vissuta nel pomeriggio di ieri è l’ideale per fermare il tempo e dipingere un quadro rossonero storico: la squadra che dopo pranzo arriva di fronte ad un sorridente ma composto Berlusconi, il clima di attesa dell’intera struttura, sia all’interno che all’esterno, e l’episodio con Montolivo, che timidamente arriva sul posto e a fatica alza la testa, con il Presidente Berlusconi che all’improvviso si scompone e con un chiaro cenno con le mani lo invita a sedersi vicino a lui. Ancora più vicino.
E’ l’investitura che in pochissimi immaginavano, in pochi speravano e in tanti, forse troppi e anche irriconoscenti, sognavano dopo lo scoppiettante inizio di stagione di Montolivo. E’ la vittoria di Riccardo, è la vittoria dei valori veri e della pazienza. L’apparenza inganna, la bontà o meno di un giocatore, di una trattativa o meno, bisognerebbe valutarla dopo con i fatti e non prima con le parole. E così, zitto zitto ma a suon di prestazioni da vero Milan, Montolivo è riuscito a conquistarsi anche la fascia di capitano durante la possibile partita della svolta per i rossoneri contro la Juventus. E nessuno si è sorpreso in negativo, anzi è stato quasi sollevato di non vederla addosso, in assenza di senatori e veterani, a qualche altro (finto) trascinatore.
Un capitano che non urla ma incanta, che non cerca il numero (anche se avrebbe da venderne) ma fa l’essenziale. Un capitano riconfermato anche a Catania. Berlusconi l’ha voluto fortemente e con Ambrosini solo in panchina e Abbiati fuori, Montolivo questa sera sarà di nuovo il condottiero del Milan, per confermare la crescita di squadra e riconfermare le qualità di un fuoriclasse.