Si parte con un 3-5-2 inedito e molto poco propositivo. Il Palermo, nonostante un centrocampo milanista (foltissimo e composto da uomini come Nocerino e Flamini bravi, sulla carta, a recuperare i palloni) si fa scavalcare troppo spesso e altrettanto facilmente. Nascono così diversi pericoli e l’errore, misto a ingenuità, di Ignazio Abate che si fa letteralmente strappare un rigore da Miccoli.
Sotto Allegri fa entrare subito Emanuelson, escluso un po’ a sorpresa dalla formazione iniziale, e passa così a un 3-4-3. Pochi istanti e Brienza fredda Amelia per un 2-0 che potrebbe tagliare le gambe a qualsisi squadra, figuriamoci a un Milan già depresso di suo. Eppure al 52′ arriva la svolta: dentro Bojan e Pazzini e si passa al più rodato 4-2-3-1 che aveva portato fortuna contro lo Zenit.
Montolivo ed El Shaarawy (stanco sul finale ma sempre in partita) finalizzano un buon secondo tempo e tengono aggrappato Allegri alla panchina. Ora bisognerà partire dalla voglia e l’agonisimo messo in campo dopo il 2-0. E forse anche con quel modulo che già aveva convinto.
This post was last modified on 30 Ottobre 2012 - 23:24