Doveva essere la sua stagione, il suo momento; doveva essere l’anno della consacrazione per Boateng, che dopo la partenza di Zlatan Ibrahimovic, non aveva esitato un secondo nell’assumersi la responsabilità di indossare la maglia numero 10 del club più titolato al mondo. Doveva essere il “suo” Milan, un Milan in cui Prince avrebbe dovuto ricoprire il ruolo di leader indiscusso, in campo e fuori.
Doveva essere, appunto; avrebbe dovuto, purtroppo. Perché con Boateng i tempi verbali al passato e al condizionale in questo avvio di stagione si stanno sprecando. Il Boa di queste prime sette giornate di campionato è l’ombra di sè stesso; è il fantasma di quel Boateng di cui i tifosi rossoneri si erano perdutamente innamorati nell’anno del 18esimo scudetto. Colpa della partenza di Ibra? Colpa del modulo utilizzato da Allegri? Colpa del mancato feeling con i compagni, in generale, e con Pazzini, in particolare? Si è data persino la colpa a quella fasciatura al braccio che tanto ne limitava i movimenti. E’ davvero difficile riuscire a spiegare l’evidente involuzione del ghanese in questo avvio di stagione.
Quel che è certo, è che il Milan ha assolutamente bisogno di recuperare e ritrovare il suo numero 10, quel giocatore in grado di risolvere una partita, quel trascinatore in grado di guidare la squadra alla vittoria. Forza Boa, il Milan ha bisogno del suo leader, il Milan ha bisogno del suo Prince.