Parole al veleno quelle di Giovanni Stroppa, ex allenatore del Milan Primavera e attuale mister del Pescara, rilasciate alla Gazzetta dello Sport in merito all’esonero di Di Carlo dal Chievo (sulla panchina clivense si siederà Eugenio Corini) e di Ficcadenti dal Cagliari (al suo posto Ivo Pulga, assistito da Diego Lopez).
“In Italia gli allenatori vengono ingaggiati o perché vanno di moda in quel momento o perché sono sponsorizzati da qualcuno, e non certo per le loro metodologie di lavoro e per quello che fanno in campo”. Parole chiare e decise quelle dell’allenatore lodigiano, che fanno capire come oggi i presidenti scelgano di prendere e cacciare gli allenatori senza molte pretese sulla qualità del gioco, senza ragionare su come lavora sul campo; e non si sta parlando solo del vulcanico presidente del Palermo, Maurizio Zamparini.
Pochi sono gli allenatori con schemi di gioco ben definiti: ad esempio Conte e Mazzarri (i primi due in classifica non a caso). In questi due esempi vediamo ciò che un presidente dovrebbe cercare nel suo mister: chiara idea su come posizionare la propria squadra in campo, valorizzazione di ogni giocatore e soprattutto dei giovani e imprimatur caratteriale alla squadra.
E Allegri? Quest’anno dal punto di vista tattico non sembra molto deciso sul da farsi, o meglio anche negli altri anni, anche in quello vincente, con una grossa differenza data dal fatto che Ibra in campo spostava gli equilibri indipendentemente da chi gli girava intorno. E il carattere? Dov’è il cuore di questa squadra? Non si vede o addirittura non c’è, cosa a cui Allegri dovrebbe porre rimedio. Ci sono margini di miglioramento dunque, anche se Juve e Napoli stanno già fuggendo in Serie A, e il Milan non può attendere molto oltre.