Strootman-Milan, un matrimonio possibile?
“Non entro nel merito di una trattativa di cui non conosco né l’esistenza, né gli eventuali dettagli. Mi limito a fare due osservazioni: la prima è che parliamo di un giocatore che sta crescendo molto bene, la seconda è che mi sembra difficile che un affare del genere si possa chiudere a gennaio”.
Mettiamo ordine e partiamo dal giocatore. Quale livello di maturità ha raggiunto?
“E’ maturo per l’Italia. Lo vidi per la prima volta due anni fa e mi impressionò fin dall’inizio. Forse è stato scoperto un po’ tardi, ma è destinato ad avere un ruolo importante nell’Olimpo dei top-player europei”.
Al Milan l’ha consigliato anche Mark Van Bommel, può esserne l’erede?
“Hanno caratteristiche diverse, ma certamente Strootman è un pezzo appetibile per la mediana del Milan. Il punto, ribadisco, è che mi sembra difficile che il PSV lo lasci partire a metà stagione”.
Perché?
“Hanno obiettivi importanti, anche in Europa League. Poi non è nell’orientamento dei grandi club olandesi vendere pezzi così pregiati a gennaio. Tutto, però, può succedere. Ormai non mi meraviglia più nulla. Mi limito a sostenere che in ogni caso non sarà una trattativa facile”.
La perdita di pezzi pregiati in Serie A ha livellato il calcio olandese con quello italiano?
“Ho giocato tre anni in Olanda e posso consigliare ai club italiani di guardare dalla cintola in su. Per mentalità e tecnica i centrocampisti e gli attaccanti sono più adatti per la Serie A. I difensori, invece, sono più acerbi per l’Italia”.
E le difficoltà del Milan? Basta un centrocampista di qualità per risolverle?
“Il Milan è in una fase di ristrutturazione, ma credo che ci sia la volontà per fare le cose bene. E’ chiaro che ci vuole pazienza da parte dei tifosi. L’importante è che la società parli chiaro e continui a far crescere i propri giovani, vedi l’esempio di El Shaarawy: un talento esploso oggi proprio perché ha potuto sfruttare maggiore spazio in rosa”.
This post was last modified on 11 Ottobre 2012 - 03:16