Russia e Qatar, venti dall’Est sul Milan

Forse è la volta buona. Silvio Berlusconi sarebbe davvero a caccia di un investitore pronto a rilevare una quota del pacchetto azionario del suo Milan. Il 2013, in questo senso, potrebbe essere l’anno giusto, almeno secondo i beninformati come Carlo Pellegatti di SportMediaset. E le piste portano verso Est: Russia e Qatar, non a caso i Paesi che organizzeranno i Mondiali del 2018 e del 2022.

Sul fronte moscovita ci sarebbe stato un incontro esplorativo tra Berlusconi e un oligarca russo, proprietario di miniere e delle azioni dell’Amkar Perm, squadra di Prima Divisione russa. L’identikit potrebbe corrispondere a Oleg Deripaska, proprietario della Russiski Aljuminivyj, nono uomo più ricco al mondo secondo Forbes. Lui col calcio ha avuto a che fare anche con Roman Abramovic, col quale nel 2000 creò pure una holding. A favorire l’incontro ci avrebbe pensato Vladimir Putin, del quale il patron del Milan è stato ospite al Cremlino per il sessantesimo compleanno. Deripaska, se mai fosse lui l’uomo misterioso, è amico del premier russo. Ma, più in generale, gode di entrature e amicizie ovunque. Sul piatto ci sarebbero 500 milioni di euro per il Milan.

Diversa e magari più complicata la pista araba che porta al nome di Hamad bin Khalifa Al Thani, l’emiro del Qatar proprietario del Paris San Germain. Le cessioni estive di Ibrahimovic e Thiago Silva hanno innescato un rapporto privilegiato che potrebbe anche riservare qualche colpo di scena. Per ora la famiglia reale qatariota si è concentrata molto sugli investimenti in Francia: dagli hotel Lambert a Parigi e il Carlton di Cannes fino alla maison Valentino. E ancora: 17% della Volkswagen, il 20% della Borsa londinese, una quota del la Barclays, l’Hotel Gallia di Milano. Senza dimenticare i Mondiali del 2022 in vista dei quali il potenziamento del fronte calcistico sarebbe un volano fantastico. A Milano, infine, occhio al nuovo Hotel Excelsior Gallia, gioiello della cassaforte di famiglia. Il progetto, firmato dall’architetto Marco Piva, trasformerà l’edificio in una struttura ricettiva da 235 camere, divise in 30 diverse tipologie di camere standard, con 11 differenti interpretazioni per le 47 suite. Insomma, roba da sceicchi.

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