Oguchi Onyewu era approdato al Milan nell’estate del 2009, per costituire la ruota di scorta del tandem composto da Nesta e Thiago Silva, dopo essersi messo in mostra durante la Confederations Cup. Con la maglia degli Stati Uniti e dello Standard Liegi, club con il quale aveva deciso di non rinnovare proprio per vestire la maglia rossonera, si era distinto per potenza, aggressività e capacità di dominare il gioco aereo. Il tutto disponendo di una stazza da 195 cm per 91 kg.
Non avrebbe brillato in eleganza, inclinazione nel comprendere lo sviluppo del gioco e abilità nell’impostare azioni, ma sarebbe riuscito a garantire solidità e sostanza, se non fosse stato per l’incompetenza di Leonardo. Lo pseudo-allenatore di Niteròi, non comprendendo che gli elementi dal fisico pesante necessitassero di tempo prima di entrare in forma e che i difensori centrali in rampa di lancio potessero esprimersi al meglio solo se coperti da un centrocampo composto da almeno due incontristi, optava per quel 4-2-fantasia che non poneva la retroguardia nelle condizioni di rendere. Ecco allora che Oguchi, eccellente nelle difese strette, aveva iniziato a costituire un pesce fuor d’acqua sin dalle amichevoli precedenti la stagione. A differenza di quanto sostenuto dai disinformati, nel precampionato, riusciva nella maggior parte delle situazioni a farsi valere per fisicità e lunghe leve. Ma dovendo fronteggiare con regolarità gli uno contro uno figli delle azioni di rimessa concesse da una squadra votata all’attacco, sul lungo andare, era costretto a concedere occasioni da gol agli avversari. E sì che bastava correggere l’assetto, dal momento che anche due fenomeni quali Nesta e Thiago Silva stavano incontrando gli stessi problemi del gigante americano, nel corso delle amichevoli estive.
Sta di fatto che Onyewu, senza godere del tempo per ambientarsi a dovere, era stato declassato a ultima ruota del carro: dietro a Favalli e Kaladze. L’unica sua apparizione in gara ufficiale, con la casacca del Diavolo, si era registrata in occasione della sconfitta subita in Champions per mano dello Zurigo. Entrato a mezz’ora dal termine dell’incontro al posto di Nesta e con gli svizzeri già in vantaggio, Oguchi aveva trascorso parte del suo match effettuando qualche intervento rozzo ma efficace e fungendo da centravanti, nella speranza di potere depositare in rete ipotetici traversoni. Niente di tutto questo. Dieci giorni dopo la comparsa in Coppa dei Campioni, mentre stava disputando un incontro con la sua Nazionale, sarebbe arrivata la doccia gelida: lo strappo al tendine rotuleo.
Stagione finita? Sì, per lo meno con il Milan, dato che Oguchi avrebbe deciso di accettare la chiamata di Bradley e prendere parte a Sudafrica 2010. L’esordio, avvenuto otto mesi dopo l’infortunio e contro l’Inghilterra di Capello, aveva fatto ben sperare: il Gooch era riuscito ad annientare Rooney e compagni, dimostrado di avere ritrovato la condizione e di disporre dei mezzi per rilanciarsi nel grande calcio. Ma al termine della partita seguente, contro la Slovenia, una ricaduta infrangeva i sogni di gloria del gigante. Di nuovo e per sempre. Il Milan avrebbe rinforzato il proprio pacchetto arretrato con l’acquisto di Mario Yepes e Sokratis Papastathopoulos: nonostante avesse rinnovato gratis, Onyewu sarebbe finito ai margini del progetto, senza godere nemmeno di una convocazione e dell’inserimento in lista Champions. Gli ultimi sei mesi di Oguchi in quel Milanello vengono ricordati soltanto per la rissa con Zlatan Ibrahimovic, uscito dallo scontro con una costola fratturata. E prima che la sessione invernale di mercato dell’annata 2010/2011 terminasse, per recuperare la condizione, il perno degli USA si accasava in prestito al Twente.
A un breve ritorno alla base, scaduta l’opzione per il riscatto, sarebbero seguiti la rescissione del contratto che lo legava al Milan e il trasferimento allo Sporting Lisbona. In Portogallo, 31 presenze, 5 gol e l’illusione di una rinascita, troncata dalla rottura di un legamento. Ma le prestazioni dall’alto rendimento che Oguchi aveva offerto alla corte di Godinho Lopes hanno suscitato l’interessamento del Malaga, nostro avversario domani sera, che ha ingaggiato l’Airforce One in prestito. Salvo colpi di scena, dovendo riprendersi dall’ultimo infortunio patito, Onyewu seguirà la partita dalla panchina. Ma non sia mai che, per un motivo o l’altro, non venga chiamato in causa…