I nodi presenti vengono al pettine quando è lo Zenit, in chiusura di primo tempo, ad attaccare con insistenza. La difesa, sulle palle alte, balla manco fosse alla Scala di Milano. Eccolo il morbo che l’equipe chirugica Allegri-Tasso dovrà essere brava a curare, per consentire a una squadra ora convincente, di divenire ancor più solida e credibile. Tre punti d’oro, che affondano lo Zenit nel girone, inchiodato a zero punti, e rilanciano prepotentemente i rossoneri in testa con quattro (in attesa del Malaga).
Abbiati è miracoloso in più di un’occasione, tenendo in piedi la baracca nei momenti in cui lo Zenit, soprattutto con Hulk, ha tentato di sfiancare il Milan, messo alle corde del ring. È proprio nella fase di empasse che manca un Pirlo, un Van Bommel, fate pure voi un nome; manca un uomo che abbia le geometrie nel sangue e sappia disegnarle sul campo, per indicare la rotta a tutta la truppa. Allegri prende una boccata d’aria fresca, in attesa del derby che, ora, diventa anche più avvincente. L’Inter si troverà di fronte una squadra che si sta scoprendo valida e in costante crescita.
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This post was last modified on 3 Ottobre 2012 - 21:02