Ancora una formazione rivoluzionata, ancora un cambio di modulo. Il Milan che scende in campo al Barbera per sfidare il Palermo nell’anticipo della decima giornata di campionato, si veste di 3-5-2, ripropone Kevin Constant esterno di sinistra, mentre a centrocampo vengono rispolverati Antonio Nocerino e Mathieu Flamini, preferiti ad Ambrosini e De Jong. Quindi un’altra chance per due fra i giocatori più deludenti di questo inizio di stagione sciagurato.
Antonio Nocerino torna a ricoprire il ruolo di mezzala con cui si era affermato alla grande nella passata stagione. Qualche settimana fa aveva fatto capire di non gradire il suo utilizzo nei due di centrocampo, in quello che era un ruolo che non gli apparteneva. Lui è un interno e quello era il ruolo in cui voleva essere schierato. Oggi l’occasione era propizia per tornare a dimostrare qualcosa dello scoppiettante giocatore visto nella passata stagione. Il Noce però delude ancora. Sbaglia passaggi, non si inserisce mai, perde tanti palloni e ne recupera pochissimi. Ci mette un po’ di grinta e tira un paio di volte verso lo specchio della porta, ma è ancora troppo poco per quello che ci si aspetta da lui.
La sorpresa più clamorosa delle scelte di Allegri di questa sera è senza dubbio, però, l’impiego di Flamini come interno di centrocampo. Il francese però non fa niente per dimostrare che fin qui avevano sbagliato a non metterlo in campo. Si dimostra un corpo estraneo all’interno della formazione rossonera. Non riesce mai a fermare l’avversario e quando lo fa è sempre fallo. Troppo lento e troppo poco dotato tecnicamente (se proprio vogliamo usare un eufemismo) per giocare in un qualsiasi centrocampo proponibile in questo momento. A fine primo tempo, per fortuna, Allegri torna lucido e, giustamente, lo sostituisce con Emanuelson.