Dopo i disastri di Roma Allegri decide di sorprendere ancora e per la gara di Champions de “La Rosaleda” contro il Malaga, rivoluziona ancora la squadra. Ecco spuntare dal nulla un 3-4-3 mai provato e mai sperimentato nella sua carriera. Ancora cambiamenti in difesa con Bonera, Mexes e il rispolverato Acerbi a completare la terza linea. Novità anche a centrocampo con Constant e De Sciglio sulle fasce e Montolivo con Ambrosini a comporre il duo in mezzo. Davanti spazio ad Emanuelson ed El Shaarawy ai lati di Pazzini unica punta. Bojan e Pato partono dalla panchina, Boateng addirittura silurato in tribuna. Per il Malaga, invece, Manuel Pellegrini sceglie il solito 4-2-3-1 con Caballero in porta; Jesus Gamez, Demichelis, Weligton, Eliseu a comporre la difesa; Camacho, Recio sulla mediana; Joaquin, Portillo ed il baby fenomeno Isco, trequartisti dietro l’unica punta, Saviola.
Fin dalle prime battute lo scenario è abbastanza delineato. Il Malaga fa la partita cercando le solite trame offensive palla a terra ed il Milan tutto coperto all’indietro cerca di limitare gli avversari per sfruttare le ripartenze. I rossoneri sono abbastanza timidi ma, alcuni errori della retroguardia iberica che non sembra impeccabile, fanno prendere un po’ di coraggio ai ragazzi di Allegri. Nel primo quarto d’ora non succede granché. Dopo una fase di studio abbastanza equilibrata, con uno sterile possesso palla appannaggio degli spagnoli, al 25′ si fa vedere il Milan. Cross di prima di De Sciglio, ben servito da Montolivo, ma né Pazzini né El Shaarawy riescono ad impattare il pallone (troppo alto) di testa. Confusione in area nel susseguirsi dell’azione che favorisce Pazzini che non sfrutta. Alla mezzora occasionissima per il Diavolo. El Shaarawy manda fuori di piatto destro da centro area su assist di Emanuelson, servito da Pazzini.
Dopo la mezzora i biancoazzurri riprendono in mano le redini del gioco ed il Milan non riparte più. Al 34′ primo pericolo serio portato dal Malaga. Joaquìn fa il bello e cattivo tempo sulla destra e scarica per Isco che a giro calcia fuori di poco. Al 37′ ancora Isco con una conclusione pericolosa, Amelia risponde in angolo. Al 43′ arriva l’episodio del rigore. Molto dubbio in realtà con Constant che comunque è troppo irruento e interviene sulle gambe dell’avversario. Joaquìn spizza la traversa e calcia alto. Rigore sbagliato. Il primo tempo termina così. o-o e pericolo scampato per un Milan che dal 30′ in poi è sparito dal campo.
La gara ricomincia con gli stessi ventidue della prima frazione, intanto a “La Rosaleda” si è scatenato un vero e proprio nubifragio. L’inizio della ripresa segue perfettamente la sceneggiatura dei primi 45′: Malaga col solito stucchevole possesso palla prolungato e Milan pronto a ripartire. Ma i rossoneri soffrono. Al 64′ rete del Malaga. Joaquìn, servito da Iturra, supera Amelia di piatto destro: palla che scheggia il palo e termina in rete, inefficace il tentativo di chiusura di Acerbi. Al 69′ cambio in casa Milan. Pato al posto di un inguardabile Constant. Emanuelson scala a centrocampo e Pato in avanti. Cambio anche per la squadra di Pellegrini, dentro Roque Santa Cruz e fuori Saviola.
La reazione del Milan non c’è, anzi è il Malaga ad essere più pericoloso. Al 78′ arriva il momento di Bojan che entra al posto di Acerbi con conseguente cambio di modulo. 4-2-4 con Emanuelson e De Sciglio che si abbassano sulla terza linea e Bojan ed il Faraone ad agire sulle fasce al servizio delle due punte centrali, Pato e Pazzini. Ma, di occasioni da rete per i rossoneri nonostante lo schema a trazione ultraoffensiva, neanche l’ombra. All’84’ esce il protagonista assoluto del match, Joaquin (nel bene e nel male) ed entra Duda. All’85’ ecco il Milan (da non credersi ma vero!). Mexes pesca El Shaarawy che con uno spunto prodigioso riesce a calciare in porta di potenza, Caballero respinge. Sul susseguente calcio d’angolo, clamoroso salvataggio di Demichelis sulla conclusione a botta sicura di Mexes. Non succede più nulla. C’è giusto il tempo per vedere l’ingresso dell’ex Onyewu che entra in pieno recupero al posto di Portillo. La gara termina con l’ennesima sconfitta, la sesta in undici partite ufficiali, del Milan.
La partita da dentro o fuori, più per Allegri che per il Milan, è finita male. Resta il secondo posto nel girone con un punto di vantaggio dallo Zenit, ma ben cinque in meno del Malaga capolista a punteggio pieno, ormai quasi qualificato. Prestazione che non è stata peggiore di altre, infondo si è perso di misura e si è tenuto discretamente il campo, ma ormai è notte fonda. La terza sconfitta consecutiva dà di nuovo la sensazione di una squadra spuntata, che fa una fatica terribile a costruire, non punge con le punte e soffre troppo dietro quando gli avversari giocano in velocità. Non c’è una fisionomia ed è davvero difficile quando si cambia di nuovo modulo (per la terza partita consecutiva), si cambia per l’ennesima volta la difesa e si scelgono Constant ed Acerbi, che non hanno quasi mai giocato, per una partita così importante. L’inspiegabile voglia di giocare “da provinciale” e cercare di limitare i danni per poi ripartire in contropiede non è nel Dna del Diavolo, soprattutto in Europa. Allegri dovrà dar conto di parecchie scelte effettuate oggi, ma in questo momento non sappiamo se ne avrà ancora il tempo.