Rispetto alle passate stagioni l’unica costante dell’odierna terza linea del Milan è senz’altro il trentenne terzino sinistro. E non solo perché sono cambiati (ahi noi!) gli interpreti, ma soprattutto perché, Nesta-Thiago Silva o Yepes-Bonera che sia, una certa mediocrità resta sconcertante. Antonini ha sempre destato più di qualche perplessità. Se si esclude la stagione con Leonardo in panchina, in cui forse il fatto di alzare lo sguardo e vedere uno come Ronaldinho davanti lo galvanizzava non poco, il numero 77 non ha mai veramente dimostrato di essere un giocatore da Milan.
Spesso imbarazzante in fase difensiva, ora improponibile anche in quella offensiva. Un terzino che riesce nell’impresa di non convincere in nessuna delle due fasi è un fatto più unico che raro. Ma il buon Luca sembra aver centrato in pieno quest’obiettivo. Da quando è al Milan non si è fatto mancare assolutamente nulla. Retropassaggi “no contest”, marcature leggere, interventi aerei fuori tempo… La tattica del fuorigioco? Forse qualcuno si è dimenticato di insegnargliela.
Di certo si sentirà più a suo agio con Acerbi, Costant, Flamini, Bonera, Pazzini, Traoré al posto dei vari Nesta, Zambrotta, Thiago, Seedorf, Ronaldinho, Cassano, Pirlo, Ibra. Ma la domanda che sorge spontanea è una sola: può un giocatore che ha dimostrato che non andrà mai oltre la mediocrità assoluta giocare nel Milan? Poi, alcuni 5.5 in pagella nel match dell’Olimpico, appaiono francamente inspiegabili. Anzi, no: si spiegano pensando che il 5.5 è il massimo a cui uno come Antonini possa ambire.
This post was last modified on 22 Ottobre 2012 - 18:00