“Resta, il tecnico non è in discussione“, il ritornello delle ultime giornate. “Ora deve trovare le soluzioni“, l’acuto di Galliani nel post partita di una gara che sentenzia (quasi) la zona retrocessione. Sette punti in 8 gare di campionato sono una miseria, anche per questo Milan. Le colpe di Allegri iniziano a venire a galla, specialmente se gli errori vengono commessi in gare cruciali per il destino di una squadra. Snaturare il Milan in un momento così delicato, proponendo un 4-3-3 rivelatosi sterile, è stata una mossa che potrebbe rivelarsi fatale per il tecnico toscano.
Ora il Malaga si presenta come il crocevia di una stagione e l’ultima spiaggia per la salvezza dell’allenatore. Allegri non può più sbagliare, la panchina traballa, gli umori rasentano la depressione, la pazienza si sta esaurendo. Risucchiato nel vortice creato dalle improduttive scelte dirigenziali sul mercato, il povero Max si trova a dover soppesare ogni singola mossa col bilancino: ogni più piccolo errore ha il peso di un macigno. Ha fatto bene la societá a confermarlo fino ad oggi, ha fatto bene a confermagli la fiducia: solo in un clima confortevole si può lavorare con serenitá.
Ora, però, la trasferta spagnola è divenuta troppo importante, se non cruciale. Il passaggio del turno di Champions porterebbe 15 milioni freschi nelle casse del Milan, vitali in questa situazione di austeritá, e sbagliare col Malaga tornando a casa a mani vuote, spingerebbe il Milan sulla passatoia della nave, con la spada alla gola, e gli squali ad attenderlo nel mare del fallimento. Con conseguente cambio al timone e Tassotti pronto all’investitura di capitano. Storie che vivono nell’alveo delle ipotesi, destinate a tramutarsi in fatti, se lo scenario dovesse realizzarsi.
È importante, a questo punto, aggrapparsi alle rocce più salde per scalare la classifica: Pato, Montolivo, El Shaarawy e quel 4-2-3-1 che lascia intravedere barlumi di speranza.
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