Il Malaga presenta pesi leggeri che si distinguono per tecnica e rapidità, Isco e Saviola in primis, e veterani del calibro di Demichelis e Santa Cruz. La compagine della Rosaleda, che guida il girone di Champions con 6 punti e occupa la terza posizione nella Liga, cercherà di metterla sull’intensità e impossessarsi delle operazioni. Giocando davanti al proprio pubblico, non si chiuderà, ci affronterà a viso scoperto e tenterà di schiacciarci nella nostra trequarti. Garantito.
Filosofia di gioco: gli uomini di Pellegrini si schiereranno con un 4-2-3-1 a trazione anteriore, in cui tutti gli elementi del centrocampo si dedicheranno alla fase d’attacco. Anche i terzini, agendo in tandem con gli esterni alti, parteciperanno alla fase di spinta ed effettueranno sovrapposizioni. Sta di fatto che gli uomini di fascia correranno alla follia e alterneranno azioni personali, mirate a mettere in risalto le doti dei fantasisti, ad assist per il centravanti. Quest’ultimo ruolo verrà ricoperto da uno tra Saviola e Santa Cruz. Il primo suole partecipare con regolarità alla manovra, mentre l’ex bomber del Bayern si distingue per potenza, capacità nel finalizzare e fare salire la squadra. Anche i mediani subordineranno la fase di interdizione alla fase di costruzione, tanto da provare con costanza e decisione a inserirsi nella nostra area.
Lacune: partecipando alla manovra d’attacco la maggior parte degli elementi, il Malaga presenta problemi inerenti l’equilibrio e la fase difensiva. Capita che, alzandosi i centrocampisti di contenimento e i difensori esterni senza criterio, si creino varchi in mezzo al campo e i centrali di difesa debbano fronteggiare gli uno contro uno. L’interdizione, per tratti dell’incontro, mancherà. Ma non finisce qui. Pur presentando qualità con la sfera tra i piedi, i fantasisti di Pellegrini peccano in fisicità e concretezza, rischiando di conseguenza di non imporre il proprio gioco. Stesso discorso vale per i centrocampisti. E sul lungo andare, spendendo energie sin dall’inizio, il Malaga dovrà abbassare il ritmo: calerà e potrà essere colpito, anche perché dispone di centrali che incontrano problemi di mobilità.
Come batterli: il Milan dovrà chiudersi e aspettare che i padroni di casa avanzino e imbastiscano azioni, per poi aggredirli sulla trequarti e ripartire con velocità, sfruttando le qualità di Stephan El Shaarawy. Non bisognerà fare la partita, dal momento che non si dispone degli effettivi in grado mettere in mostra con efficacia un gioco offensivo, ma illudere il Malaga di potere attaccare a spron battuto. Varando la cortina di ferro e presentando un centrocampo che si dedichi alla fase di recupero e metta in circolo aggressività e determinazione, magari anche con una difesa a tre centrali, Isco e compagni andranno senz’altro in difficoltà, si sbilanceranno e ci concederanno praterie. Provare per credere. Basterà chiudersi e attendere con prudenza e cognizione di causa i tentativi avversari che, mancando di pragmatismo e fisicità, perderanno lucidità se imbrigliati a dovere. Il tutto a patto che si giochi con decisione, privilegiando la sostanza ed evitando errori e leziosismi.