Dodici gol fatto e dodici subiti per undici punti in classifica, ma anche la prima rimonta di quest’anno: un piccolo contentino che non inganni su possibili uscite dalla crisi, anche perché i limiti di ogni reparto sono sempre più evidenti e tutti legati, ancora una volta, a paura ma anche a nervosismo. Si veda Mexes, che alterna buoni (rari) spunti a una bile sempre pronta a sgorgare, ma anche Abate che regala ingenuamente un rigore come fosse la meno esperta delle matricole. Luci e ombre da un Constant multiuso, al quale si deve comunque dare tempo e chance, ombre varie da un ingiudicabile Flamini e da un Nocerino che si trova troppe volte nella condizione di dover servire lui i compagni al limite. Ma non dovrebbe farlo Montolivo?
Capitolo moduli: la già citata (e conclamata) paura di tutto il clan non viene certo attenuata dal continuo cambio di pedine, di gerarchie, di disposizioni in campo. Dal 4-3-1-2 che è durato per oltre due anni, a, in ordine: 4-3-3, 4-2-3-1, 3-4-3, 3-5-2, 4-2-4. Tutta salute per chi deve parlare di cifre, ma non per una squadra che rischia di non raccapezzarsi davvero più. È per quello che il punto di Palermo, pur figlio di una rimonta, continua a lanciare segnali negativi: segnali di un sistema davvero allo sbando.
Twitter: @Chrisbad87
This post was last modified on 1 Novembre 2012 - 18:02