Un Paese che svolta. Un Campione che vuol farsi simbolo della buona politica. E’ la storia della Georgia. E’ la favola (impegnativa) di Kakhaber Kaladze.
Lo abbiamo lasciato lo scorso maggio mentre annunciava l’addio al calcio a 34 anni, relativamente pochi per un difensore roccioso come lui. Lo ritroviamo parlamentare in Georgia, eletto nella coalizione “Sogno georgiano”, ma soprattutto costruttore di una nuova speranza per il suo popolo dopo la vittoria del magnate Bidzina Ivanishvili alle elezioni legislative. Non solo. Lo ritroveremo vicepremier e ministro dello Sviluppo regionale nel nuovo governo di segno opposto a quel Mikheil , il presidente uscito politicamente sconfitto al voto della scorsa settimana.
L’ex calciatore del Milan e del Genoa è rimasto ufficialmente sorpreso della nomina. Uno stupore che fa parte di un disegno politico ben preciso: sfruttare la notorietà e l’affetto della gente georgiana per lanciare un segnale di rinnovata fiducia. Non solo. Come ammesso implicitamente dallo stesso Kaladze (“Ho tanti contatti all’estero, torneranno utili”), il suo ruolo sarà molto simile a quello di un ambasciatore, portavoce di un nuovo corso politico nell’Est Europeo. Faccia pulita, mai sopra le righe, Kaladze interpreterà in politica il suo modo di stare in campo: silente, ma efficace.