L’Inter la metterà sull’intensità, sul dinamismo e sulla fisicità, cercando di imporsi a metà campo e non concederci spazi. Si chiuderà e ci aspetterà, specie in apertura, per colpirci tramite ripartenze in grado di mettere in luce le qualità dei propri uomini chiave: Cassano e Milito. Questi ultimi, se in condizione, possono fare sfracelli. Grazie ad assist e invenzioni, la promessa di Bari Vecchia sa ispirare El Principe, un bomber capace in ogni situazione di trovare la rete.
Filosofia di gioco: gli uomini di Stramaccioni si schiereranno con un 3-5-1-1 che presterà attenzione agli equilibri. I centrocampisti, per coprire la difesa, baderanno in prevalenza alla fase di contenimento. Se l’esterno di sinistra avanzerà e cercherà di fornire cross al centravanti, sull’out opposto, Zanetti rimarrà bloccato e arretrerà verso il centro quando Guarin tenterà l’inserimento. Sta di fatto che l’Inter non si alzerà con facilità, anzi, si contrarrà e proverà a farci avanzare il più possibile. Garantito. Ci tenderanno la trappola: attenderanno che il Milan costruisca, per aggredire bassi e dare il là alle azioni di contropiede, una volta recuperato il pallone. Ecco allora che, essendosi creati spazi sulla nostra trequarti, il raggio d’azione di Cassano e Milito si amplierà e l’Inter potrà sfondare.
Lacune: quando incontrano compagini che badino a difendersi e facciano della compattezza la propria arma migliore, con il passare del tempo, i cugini si illudono di fare la partita e iniziano ad attaccare a spron battuto. Ma non disponendo di elementi che costruiscano gioco, incapperanno in un abbaglio, spenderanno energie senza criterio e si esporranno alle offensive degli avversari. Nella situazione in questione, la difesa incontrerà difficoltà e commetterà errori inerenti lo sviluppo del gioco e il posizionamento. E le punte, dal momento che altri elementi si dedicheranno alla fase d’attacco, perderanno smalto e incisività. Se sulla fascia sinistra Pereira sedesse davvero in panchina per fare posto a Nagatomo, anello debole della squadra, l’Inter incontrerebbe ulteriori problemi: il giapponese corre, ma spinge senza incidere e fatica a difendere, poiché pecca in fisicità.
Come batterli: utilizzare il 4-2-3-1, a meno che tutti gli uomini non tornino per l’intero incontro, è un rischio. Allegri, per facilitare la situazione, dovrà adottare un cambio di modulo e passare al 3-5-2. Con la cortina di ferro, in cui tutti gli incontristi rimangano bloccati e le fasce vengano difese, il Milan potrà fronteggiare l’Inter nel cuore del terreno di gioco. Non bisognerà cadere nel tranello che Stramaccioni ci tenderà, cioè cercare di attaccare. Avremo l’obbligo di giocare nello stesso modo dell’Inter, con pazienza e prudenza, raccogliendoci e aspettando. Prima o dopo, dal momento che l’allenatore dei nerazzurri non dispone delle qualità tattiche di Mourinho, i cugini si alzeranno. E noi disporremo della possibilità di colpirli. Disponendo la nostra retroguardia e gran parte dei nostri centrocampisti di una corporatura pesante, con il nuovo schema di gioco(3-5-2!), saremmo nelle condizioni di esprimerci al meglio e di fare tremare l’Inter. E in attacco la classe e il dinamismo di un El Shaarawy in possesso di un raggio d’azione immenso ci renderebbero pericolosi in occasione di ogni azione di rimessa. Dobbiamo infine segnalare che, con il 3-5-2, El92 potrà tornare senza regolarità e Pazzini disporrà delle carte in regola per imporsi. Assicurato. Decida Allegri, in ogni caso, se affidarsi all’imprevedibilità di Boateng o alle qualità sotto porta del Pazzo…