Dal mondo al Milan

L. Ferrato – BBC

In attesa di quello che succederà a Roma con la Lazio e a Malaga con gli scatenati padroni di casa, quasi falliti ma capaci di inanellare una serie di convincenti vittorie sia nella Liga che in Champions League, vediamo che indicazioni possiamo prendere dagli allenatori delle nazionali dove sono presenti milanisti.

Certo, Milanello non è più svuotato come qualche anno fa, dove in corrispondenza degli stop per le partite internazionali, il centro sportivo di Carnago diventava come il Deserto dei Tartari, e solo grazie ai ragazzi della Primavera si riusciva ad organizzare delle partitelle sul campo centrale.

Partendo da casa nostra, diciamo che Prandelli ha fatto un utilizzo diverso di Montolivo rispetto ad Allegri, anche se in quella posizione di trequartista l’avevamo già visto all’Europeo, soprattutto nella semifinale con la Germania, quando Riccardo era stato assoluto protagonista. Allegri invece lo fa giocare più arretrato, in quel ruolo di regista che sembra perfetto per lui, ma nel quale evidentemente il giocatore non riesce a riconoscersi più di tanto. Non che a Yerevan Montolivo abbia fatto una partita eccezionale, ma in maglia azzurra mostra sempre una personalità sconosciuta quando l’ex fiorentino indossa la maglia rossonera.

Chi però ha “spezzato” la partita in Armenia, è stato ancora una volta El Shaarawy. Schierato sulla sinistra d’attacco, con l’intenzione di allargare il più possibile il gioco, il “piccolo Faraone” ha assicurato ancora una volta accelerazioni, profondità e ha sfiorato in ben due occasioni il gol. Dopo le belle prestazioni con l’Under 21, Stephan sembra ora aver trovato un posto stabile nella rosa di Prandelli – che lo ha elogiato anche in conferenza stampa – e ciò non potrà che aumentare ancor di più l’autostima di questa giovane promessa del calcio italiano.

Spostandoci all’estero dobbiamo sottolineare il ritorno di De Jong in nazionale orange, dopo che Van Gaal lo aveva fatto fuori in seguito all’amichevole persa in Belgio a metà agosto e, nonostante un avversario morbido come può essere Andorra, il mastino olandese sembra aver ripreso possesso del centrocampo e in nazionale lo vediamo giocare anche in verticale, situazione ancora non vista a San Siro, dove De Jong si limita spesso (sempre) ad appoggiare al compagno più vicino, non prendendosi mai neanche il minimo rischio.

Bene Mario Yepes con la Colombia e non potrebbe essere altrimenti. I “Cafeteros” allenati dall’argentino Josè Pekerman, sono la vera rivelazione delle qualificazioni mondiali sudamericane. Secondi alle spalle dell’Argentina, anche se il vero protagonista finora è stato il “puntero” Radamel Falcao, autore di una doppietta nella partita giocata venerdì contro il Paraguay. Yepes è però capitano e simbolo della nazionale colombiana, e la qualificazione per Brasile 2014 onestamente se la merita proprio tutta.

Considerando il fatto che i convocati Ignazio Abate, Mabaye Niang e Christian Zapata non hanno giocato con le rispettive nazionali nel weekend, ci piace sottolineare l’ennesima bella prestazione da parte di De Sciglio sulla fascia destra della nazionale azzurra Under 21 di Denis Mangia. De Sciglio ha dimostrato ancora una volta di rendere meglio sulle destra che non sulla sinistra, dove saltuariamente l’ha schierato Allegri, e quando riuscirà ad essere meno timido sfruttando meglio la fase offensiva, forse potremo parlare di un grande giocatore, pronto per tutti i palcoscenici europei.

Ora però incombe già il campionato. La classifica è penosa, le avversarie difficili, anche perché dopo la partita di Roma arriveranno anche le trasferte a Palermo, quella di Napoli e il 25 novembre la sfida a Milano con l’invincibile Juventus. L’anno scorso Milan-Juventus fu decisiva per lo scudetto. Detto ora sembra quasi una barzelletta.

TWITTER: @lucaferrato

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