E allora, per dargli il bentornato, non c’è migliore occasione per ricordarli quei successi rossoneri che Cristian ha vissuto in prima persona e che ha contribuito a raggiungere.
Brocchi è -forse in pochi se lo ricordano- un’altra perla del collare degli scambi tra Inter e Milan. Nel 2001, dopo una stagione in nerazzurro complicata da un’operazione alla schiena per togliere due cisti, il club di Moratti decide di scambiarlo con Guglielminpietro, alias Guly, la decisiva rivelazione dello scudetto ’99.
Brocchi entra in un reparto che conta già dei giocatori di altissimo livello come Pirlo, Gattuso, Ambrosini e Seedorf (quest’ultimo dal 2002).
Per lui è comunque un ritorno a casa, poiché la trafila delle giovanili se l’è fatta in rossonero.
Nel giro di 2 anni vince Champions, Coppa Italia, Supercoppa Europea e scudetto e Supercoppa italiana. Per lui fino al 2005 46 presenze e 3 gol.
Da ricordare due immagini su tutte di questo triennio: il gol fantasma non convalidato in Milan-Ajax del 23 aprile 2003, nella partita poi diventata la partita perfetta di Superpippo Inzaghi prima di Atene 2007. Una parabola da fuori area, che entra in porta e poi viene smanacciata fuori dal portiere.
La seconda immagine arriva dalla notte di Manchester e di quella notte è la più divertente in assoluto: i suoi tifosi di quando era al Verona (2 stagioni da leader tra il ’98 e il 2000, sotto la guida di Cesare Prandelli) gli preparano la maglietta per i festeggiamenti che recita così: “Brocchi si nasce, Campioni si diventa”. Oltre al quarto di finale con l’Ajax, Brocchi giocò entrambe le semifinali con l’Inter.
Nel 2005, al termine della sfortunata stagione di Istanbul e della volata-scudetto persa con la Juve, Brocchi emigra in prestito alla Fiorentina per ritrovare nuovi stimoli. Missione compiuta, dato che, ritrovando il suo vecchio allenatore Cesare Prandelli, Brocchi torna titolare ed è protagonista della conquista del quarto posto (perso poi a causa di Calciopoli). Per lui 35 presenze e 3 reti, di cui una all’Inter. Ma l’esperienza in viola resta una parentesi.
Nel 2006 torna a Milanello, pronto per il trionfale 2007: Champions, Supercoppa Europea e Mondiale per Club. Quest’ ultimo trofeo va a completare il suo palmarès, dato che nel 2003 il Milan perse l’Intercontinentale col Boca Juniors.
In questo nuovo biennio colleziona 74 presenze, come validissima alternativa ai soliti Gattuso e Ambrosini. Tra queste presenze anche la finale di Montecarlo contro il Siviglia e di Yokohama contro il Boca.
Nel 2008 passa alla Lazio, ceduto a titolo definitivo. Maglia diversa, ma stessa voglia di correre, rubare i palloni e vincere. E la bacheca personale nel primo anno si è anche allungata con la vittoria in Coppa Italia in finale contro la Samp e in Supercoppa Italiana contro la corazzata di Mourinho. Nel corso della stagione 2010/2011 sarà protagonista di un altro gol fantasma, il 3 aprile 2011, Napoli-Lazio 4-3. Mentre il 26 novembre 2011 gli sarà fatale la partita con la Juve: infortunio all’articolazione del piede destro, che con successive complicazioni non l’ha mai fatto rientrare a pieno regime nel gioco dell’Aquila. Ad aprile l’ultima presenza.
Probabilmente sabato sera all’Olimpico tornerà in panchina, ma non si alzerà per riscaldarsi ed entrare. Noi di SpazioMilan non gli auguriamo certo di entrare e segnare, ma di riprendersi il suo posto da titolare al più presto nel centrocampo di Petkovic, questo sì. Perché di calciatori brocchi in giro ce ne sono molti, ma di Campioni Brocchi, pochissimi.
This post was last modified on 20 Ottobre 2012 - 04:13