Abbiati, Boateng ed El Shaarawy, per quanto concerne l’inizio di stagione, sono stati gli uomini più utilizzati da Allegri. Ma se per Stephan dobbiamo parlare di un’iniezione di fiducia che ha portato i risultati sperati, dal momento che El92 durante i primi nove incontri ha costituito l’ancora di salvezza di un Milan in cui regna l’incertezza e ha dimostrato di essere una promessa del calcio mondiale, diverso è il discorso inerente Christian Abbiati e Kevin Prince Boateng. Questi ultimi, con 858 e 628 minuti all’attivo, sono stati tra le cause del profondo rossonero a cui stiamo assistendo.
Il portiere di Abbiategrasso, nonostante calchi i campi di Serie A dal 1999, continua a non apparire all’altezza della situazione. Alterna parate da premio Oscar a errori da esordiente e a movimenti degni di un bradipo, effettua uscite da brividi e rinvii che favoriscono le offensive degli avversari. Durante l’annata in corso, in nove presenze, ha pressoché regalato cinque gol: Atalanta, Udinese, Parma, Zenit San Pietroburgo e Inter le beneficiarie. Così non va. Deve cambiare registro. Stesso discorso vale per Boateng che, nonostante si dica determinato a contribuire alla causa del Milan, sfoggia con regolarità prestazioni da dimenticare. Gli inserimenti che l’hanno contraddistinto in passato sono stati riposti in un cassetto, per fare posto a leziosismi privi di produttività. Intravediamo sempre più le pecche di quel ragazzo che era stato accantonato dall’Herta Berlino, dal Tottenham e dal Borussia Dortmund a causa della voglia subordinare la concretezza e il bene della squadra alla ricerca della giocata a effetto. O torna a rendere sui livelli della stagione 2010/2011, o può abbandonare la truppa già a gennaio, visto che il Bayern ha preparato un’offerta.
Sta di fatto che chi non segue le vicende rossonere con attenzione e profondità può attribuire ad Allegri la colpa di schierare con puntualità due elementi che non promettono nulla di buono. Errore. C’è un motivo per il quale il tecnico di Livorno si ostini a garantire una maglia da titolare ad Abbiati e Boateng: non dispone di alternative valide. E’ questo il problema. Amelia, ora invocato dalla massa, non assicura affidabilità. Anche lui ha sempre commesso errori da evitare, Milan-Udinese 4-4, Bologna-Milan 2-2 e Juventus-Milan 2-2(Coppa Italia) insegnano. Arriviamo al discorso rifinitori. I pesi piuma, Emanuelson e Bojan, difettano in fisicità e in personalità. Non possono fare parte, in pianta stabile, dell’undici titolare. Meglio un Kevin Prince indolente che, se illuminato, fa della potenza una delle sue armi migliori e può da un momento all’altro pescare il jolly dal mazzo. Non ci sono soluzioni, a meno che non si provi a proiettare sulla trequarti un centrocampista tra Flamini e Nocerino, incontristi inclini all’inserimento e al sacrificio. Tentar non nuoce, specie se in situazioni di difficoltà, ma non esistono certezze circa il successo dell’esperimento. Trattasi di un dato di fatto, nonché della verità.