“Vincere aiuta a vincere” è uno degli slogan che va più di moda nel calcio di oggi. Allenatori e giocatori, in un momento di lenta e timida ripresa cercano con questa frase di rilanciare squadra e sé stessi. Quattro parole che racchiudono un momento, una stagione. Parole vere. Semplici, come deve essere la filosofia del Milan contro la Lazio sabato sera, in una sfida affascinante ma pericolosa, decisiva ma anche in senso negativo.
“Gioco in miglioramento” è invece l’urlo di battaglia rossonero più in auge in queste due settimane di lavoro: da Allegri a Galliani, passando per Yepes e Bonera ma non solo, hanno difeso così le sconfitte prima della sosta, “condendo” un po’ troppo l’euforia di un gruppo in difficoltà e pieno di incertezze. Una mossa per dare fiducia all’ambiente, nascondendo i problemi, che però rimangono. Come la carenza di gol e la fragilità difensiva, come la condizione precaria di alcuni protagonisti e la classifica impietosa. Ma quanto valore può avere il “bel giuoco” senza vittorie? Forse la Lazio non poteva capitare nel momento migliore, sì vado controcorrente, perché si affronta un avversario compatto e pieno di certezze all””Olimpico”, con il doppio dei nostri punti e che, con una buona dose di ironia, non ha paura di questo Milan. Una vittoria varrebbe esageratamente e sarebbe un mattone benefico fondamentale.
Ci voglio sperare ma soprattutto credere, perché questo Milan durante la sosta delle Nazionali mi è mancato come non mai, anche più di quello dei momenti migliori. Perché quando la fede è ferita ti viene voglia di stringerla a te e fare il possibile per incoraggiarla. Di critiche ce ne sono già state troppe. Così vorrei vedere un Diavolo infuocato e non ferito, reattivo e non molle. Con un Pato in più e un Robinho in meno, con Amelia in cerca di rilancio, El Shaarawy di conferme e Boateng di ossigeno per iniziare ufficialmente la stagione. Due trasferte per capovolgere l’ago della bilancia.
“Forza Milan”, oggi più che mai.
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This post was last modified on 19 Ottobre 2012 - 13:30