L’accostamento di Marco Verratti ai colori rossoneri nell’estate del suo passaggio da Pescara a Parigi era stato leggero, detto sottovoce per evitare un’altra figuraccia alla società che mette gli occhi su un grande prospetto italiano che però poi alla fine deve cedere contro le nuove potenze arabe. La storia di Verratti è questa, fatta di un campionato in Serie B che lo ha letteralmente lanciato nel calcio che conta con la catapulta. Zero minuti in Serie A, novanta minuti in Champions League col PSG di Carlo Ancelotti. E in un’intervista a La Repubblica, il giovane centrocampista ha spiegato un retroscena importante.
“Non mi sentivo pronto, -rivela l’ex delfino su un suo possibile approdo al Milan quando ancora giocavsa nella Primavera del Pescara-, non volevo allontanarmi da casa, dissi di no”. Dopo aver declinato l’offerta di Galliani, Verratti rimase a Pescara ed espolse definitivamente: adesso rappresenta un punto fermo anche della Nazionale di Prandelli, che sta puntando forte sul giovane ’92: “Per l’Italia giocherei dappertutto, anche interno o mezzapunta. Ma siamo onesti: in questa Nazionale a centrocampo ci sono Pirlo, De Rossi, Marchisio, Nocerino, gente che ha molta più esperienza di me e ha dimostrato già tanto. Sto lì, aspetto il mio momento e intanto imparo”. “Sicuramente abbiamo le stesse caratteristiche, -conclude Verratti sul paragone con Pirlo-, ma io sono convinto che con Pirlo posso giocare e, confesso, mi piacerebbe anche molto. Non so se Prandelli vorrà impiegarci insieme qualche volta. Per me essere un’alternativa ad Andrea non è una limitazione, ma un onore, lo includo fra i tre centrocampisti più forti del mondo in quel ruolo”.