L’Udinese, in cerca di punti, scenderà in campo con determinazione. Cercherà di fare legna in mezzo al campo, di impossessarsi delle fasce e di sfruttare le nostre disattenzioni. Gli uomini di Guidolin, che preparerà l’incontro con minuzia, non si sbilanceranno: ci aspetteranno bassi, specie a inizio gara, e proveranno a colpirci tramite azioni di contropiede.
Filosofia di gioco: i padroni di casa si schiereranno con un 3-5-1-1. Gli esterni correranno come forsennati: oltre a proteggere i centrali di difesa, spingeranno con regolarità, alternando cross a inserimenti. E quando effettueranno falcate, affinché la squadra non conceda varchi, i mediani arretreranno. Il tutto per garantire equilibrio. Ma non finisce qui. I centrocampisti, che si dedicheranno in prevalenza alla fase di recupero palla, non rinunceranno a effettuare incursioni. Tale situazione, mirata al supporto di un attacco che si distingue per dinamismo e qualità, si verificherà durante le ripartenze e dopo che i terzini avranno effettuato traversoni. In ogni caso, la squadra di Guidolin rimarrà corta, sviluppando il proprio gioco una volta rotte le nostre trame. Non ci concederà terreno, per lo meno all’inizio, e ci colpirà non appena si presenterà l’occasione.
Lacune: la linea mediana, pur disponendo di elementi che tenteranno di fare densità e di lottare su ogni pallone, pecca in fisicità e senso del gioco. Ecco allora che, con il passare dei minuti, tenderanno ad alzarsi più del dovuto. E in occasione degli scontri a centrocampo, rischieranno di soccombere. Da segnalare il fatto che gli esterni, fluendo alla follia, rischieranno sul lungo andare di perdere lucidità e brillantezza. Per quanto riguarda il pacchetto arretrato, bisogna affermare che il partner di Danilo e Benatia non costituisca una garanzia e capiti che incappi in errori di disattenzione e posizionamento, chiunque esso sia. Tale situazione verrà messa in rilievo dai problemi che i centrocampisti, andando avanti con il match, paleseranno. Là davanti, Di Natale e i suoi compagni di reparto si distinguono per rapidità e classe, ma non annoverano nel proprio repertorio la potenza. Costituiscono spine nel fianco, ma corrono il rischio di essere annullati da una difesa che giochi con concentrazione e decisione.
Come batterli: il 4-2-3-1 a cui Allegri sta pensando, se ben applicato, potrà costituire una tattica vincente. Ma attenzione agli equilibri. I due mediani, incaricati di proteggere la difesa, dovranno rimanere bloccati e dedicarsi alla fase di contenimento. Che non si alzino e non si avventurino oltre la metà campo. I tre trequartisti, tra i quali figura Nocerino, saranno chiamati a ripiegare con costanza, aiutare le dighe a vincere lo scontro in mezzo al terreno di gioco ed evitare che i terzini soffrano gli uno contro uno che la seconda punta e gli esterni dell’Udinese proveranno a ingaggiare. Per forza. Tale discorso non varrà soltanto per Noce, ma anche per Boateng ed El Shaarawy. KPB avrà il compito riscattare le prestazioni di inizio stagione e, nel modulo proposto, non godrà del diritto di riposare. Dovrà, affinché l’Udinese non imbastisca azioni e conceda terreno, tornare con regolarità e inserirsi con veemenza. Per forza. A differenza di Antonio e Kevin, siccome annovera nel proprio repertorio doti balistiche, El92 dovrà partecipare alla fase di non possesso con meno intensità. Stephan potrà prendersi pause, anche se non troppo lunghe, per recuperare lo smalto, illuminare a dovere Pazzini e creare occasioni da gol. Con tre trequartisti che coprano il centrocampo, il Milan potrà emergere, mettere a nudo le pecche dell’Udinese e aggiudicarsi l’incontro. Ma tutto dovrà funzionare alla perfezione…