Tutti lo aspettano a braccia aperte. Sul campo e fuori Robinho ha dimostrato di essere un giocatore importante per i rossoneri: fantasia, spirito di sacrificio e tanta allegria per stemperare i momenti difficili. Qualità che servono e che presto usciranno dalla palestra di Milanello per essere a disposizione di Mister Allegri con il quale il rapporto è ottimo: “Molti dicono che sia quasi un padre per me. Il mister è sempre allegro negli allenamenti un po’ come noi brasiliani” rivela lo stesso giocatore a Lancenet.
Il futuro al Santos, almeno per ora, sembra lontano: “Tutto può essere. È una squadra per la quale ho grande affetto. Io mi trovo bene al Milan ma se il Santos mi vuole deve sedersi al tavolo con il Milan e trattare ma la mia situazione in rossonero rende difficili le trattative perché mi sento importante per il club. Dopo le cessioni di Thiago e Ibra – ammette – non penso che il Milan voglia vendere me e Pato. Siamo due ottimi giocatori e il club ha già fatto cessioni importanti. Non è facile rimpiazzare giocatori che erano titolari inamovibili e fondamentali per la squadra”. In definitiva: “Il Milan mi ha detto che sono importante ed è per questo che non mi venderanno. Solamente con un’offerta vantaggiosa per il Milan, il Santos potrebbe provare a prendermi. Già quando c’erano Thiago e Ibra sarebbe stato difficile andare via. Figuriamoci adesso che sono stati venduti”.
Sulle cessioni dei due ex top player rossoneri analizza: “Le loro partenze sono state necessarie per la situazione economica del club. Ma è tutto il calcio italiano ad essere in difficoltà. È una fase storica dove anche il paese non sta andando bene a livello finanziario”. Su Kakà: “Il Milan era seriamente intenzionato a riprenderlo ma il costo dell’operazione era troppo alto. Ho parlato anche con Galliani e Berlusconi della cosa ma tutti, qui al Milan, vorrebbero il ritorno di Kakà“. Infine una battuta sulle sue condizioni fisiche e il Mondiale 2014: “Sono in buone condizioni fisiche e sono ancora in età per arrivare bene al Modiale del 2014. Mano Menezes conosce le mie qualità e non ho bisogno di tornare in Brasile per farmi notare. Gioco nel Milan, nella serie A italiana e in Champions League”.