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Frasi del tipo “se non vengono i risultati paga l’allenatore“, frasi del tipo “ne perderemo altre di partite”, frasi del tipo “anche se mi esonerano sono l’allenatore che ha fatto più punti negli ultimi due anni“. Sono tutte frasi di un tecnico che già conosce o quantomeno immagina il proprio destino. Allegri sa ormai da un anno che la stima di Berlusconi nei suoi confronti è vicina allo zero. Fino ad agosto Galliani si era messo in mezzo provando a mediare e a proteggere l’allenatore come ha sempre fatto con tutti quelli seduti sulla panchina rossonera. Poi, l’atteggiamento fatalista di rassegnazione e arrendevolezza di Allegri, ostentato dopo la doppia cessione di Ibra e Thiago, ha contagiato tutto lo spogliatoio e ha prodotto questo inizio di stagione sconvolgente.
E’ evidente a tutti che questo Milan non è competitivo ad alti livelli e che non è nemmeno lontano parente di quello dell’anno scorso. Ma anche l’impoverimento tecnico e di personalità della rosa non giustifica questa caduta senza fine. Lo dice uno che ha sempre difeso e che ancora adesso riconosce lo straordinario lavoro di rinnovamento svolto da Allegri nei suoi due anni di gestione. Adesso però Max ha mollato. Ha mollato del tutto. Non ci crede più neanche lui e come si può pretendere che ci creda la squadra?
Segnali della sua debolezza si erano già palesati sei mesi fa quando Galliani fu costretto a rinnovargli il contratto il 14 gennaio per non delegittimarlo del tutto dopo il fallimento dell’operazione Pato-Tevez. Quella fu la vera origine di tutti i mali. Perchè proprio quel rinnovo da 4 milioni netti in due stagioni è stato l’elemento che ha convinto Berlusconi a non esonerarlo già quest’estate. E la cosa peggiore è stata cominciare una stagione già difficile e complicata di suo con un allenatore che già non convinceva. E allora, la cosa migliore da fare è risolvere il problema il prima possibile, evitare di perdere altro tempo. Nessuno dice che con l’allontanamento di Allegri il Milan diventa una squadra da scudetto, ma almeno si torna a respirare un’aria di serenità ed entusiasmo nell’ambiente. Soprattutto a Milanello.
La squadra sponsorizza alla grande la figura dell’amatissimo e stimatissimo Mauro Tassotti come responsabile tecnico. In 12 anni di “viceallenatorato” il Tasso non è mai stato ritenuto idoneo a prendere in mano la squadra in prima persona. “Ha poca personalità“: si diceva. Ma adesso i tempi sono cambiati e questo spogliatoio giovane, inesperto e tutto nuovo è molto più facile da gestire. Soprattutto per uno che “sta simpatico” a tutti. Piaceva addirittura al “cicciottello ingrato“. Il che è tutto dire. Ma per dare una ventata di entusiasmo e un’idea di rinnovamento Galliani ritiene indispensabile affiancancare una figura storica e carismatica al Tasso, il quale sarà in ogni caso il responsabile tecnico. Il candidato numero uno era e resta Pippo Inzaghi, che però avrebbe fatto meglio a non rilasciare nessuna dichiarazione in questi delicatissimi giorni. Pippo è in grado di trasmettere la carica giusta a un gruppo svuotato e soprattutto gode della stima illimitata del presidente. A posteriori è facile pensare che questo scenario fosse stato preventivato da Galliani già a luglio, quando dovette incontrarsi addirittura 3 volte con Inzaghi per convincerlo ad appendere le scarpe al chiodo e cominciare l’avventura sulla panchina degli Allievi. Già all’epoca gli disse: “Tieniti pronto, se Allegri dovesse andare via…“. Lo stesso discorso Galliani lo accennò a Gattuso che però preferì fare un altro anno da giocatore e accettare la proposta del Sion. Anche perchè quando l’ad ne parlò con Rino, eravamo ancora a fine maggio, le cessioni di Thiago e Ibra non c’erano ancora state e la situazione non sembrava così disastrosa. Ma che Gattuso fosse a conoscenza di una “fiducia a tempo” per Allegri lo si era capito da certe sue dichiarazioni dalla Svizzera. Fatto sta che la coppia destinata a prendere il posto di Allegri sarà una coppia di milanisti, come sempre accaduto nei momenti storici di difficoltà.
E a proposito di difficoltà, spero di cuore che non siano vere le indiscrezioni riportate dalla Stampa sulle esternazioni confidenziali di Berlusconi. Il quale avrebbe detto: “Se potessi venderei il Milan. Che brutto spettacolo, E’ una vergogna“. Non sto nemmeno a dire che se il Milan è in queste condizioni, il primo responsabile è lui. Esattamente come era il primo e grande artefice dei trionfi. Che lui, ma soprattutto i suoi figli, non vedano l’ora di vendere la società è già chiaro da tempo. Che lo spettacolo sia pessimo è altrettanto chiaro. Ma la “vergogna” no. Un vero milanista non si vergogna mai di questi colori. Nemmeno quando eravamo in Serie B. Il vero milanista è uno di quei 22mila che è rimasto fino al 95esimo di Milan-Atalanta e che alla fine non ha nemmeno fischiato. Perchè è in questi momenti che si vede il vero milanista. E il vero milanista di questi colori non si vergognerà mai. Anzi.
This post was last modified on 21 Settembre 2012 - 02:11