Alziamo le mani, noi comuni mortali, di fronte alla teoria della relatività di Einstein, che ha lanciato la convenzione del rapportare idee e opinioni a ogni singola situazione, riscontrando così, consapevolmente, una miriade di risultati spesso divergenti. Ma, quando le convinzioni sono troppo distanti, ci avvaliamo (sempre con umiltà) di considerarle dei viaggi astrali con poco senso logico, dovute più probabilmente a mero opportunismo. Ecco perché l’estrema fiducia di Ficcadenti alla vigilia di Milan-Cagliari (“Sappiamo che loro stanno attraversando un momento difficile ed è per questo motivo che dobbiamo provare a fare una bella prestazione. Domani ce la giocheremo con loro, l’obiettivo è quello di tornare a casa con un risultato positivo”) stona e non poco con le parole di Fabregas, che ha inserito il Milan tra le papabili vincintrici della Champions League ( “Il Milan è uno di quei club che è sempre lì, una grande squadra. Anche senza Ibra e Thiago Silva incute rispetto, ammirazione”).
Ora, stando alle ultime prestazioni dei rossoneri, a molti sembrerà più consona l’affermazione di Ficcadenti, rispetto a quella del calciatore spagnolo, che pare viaggiare un pò troppo in là con la fantasia. Come si spiegano, nel calcio, queste dicotomie così evidenti? Qui, appunto, Einstein ci rimanda alla sua teoria, secondo cui (in soldoni) ogni cosa, situazione o idea che sia, è relativa, al momento, alla persona, e così via. In questo caso, Ficcadenti avrà voluto caricare la squadra e mettere pressione al Milan, mentre Fabregas ha elegantemente e cortesemente difeso una delle squadre che ha maggiormente in simpatia (cosa che non ha mai nascosto).
A dispetto di qualunque considerazione, comunque, spetterà sempre al campo l’ultima parola.