Riccardo Montolivo, gettato nella mischia al posto di Ambrosini, avrebbe dovuto garantire dinamismo e compattezza, ispirare le azioni di rimessa delle punte e mettere il circolo quel fosforo che si suppone sia in suo possesso. Invece no. Nulla di tutto questo.
Due minuti dopo essere entrato, nonostante Allegri avesse a più riprese ordinato ai suoi uomini di non commettere falli inutili, il centrocampista di Caravaggio atterrava Ninis in prossimità del limite dell’area. E regalava il calcio di punizione che, anche per via di una dormita di Abbiati e dello staccamento di De Jong dalla barriera, avrebbe portato al pareggio degli uomini di Donadoni. Se il greco in forza al Parma avesse trovato davanti a sè una prateria, avremmo potuto comprendere la scelta di Riccardo, peccato che la dinamica dell’azione parlasse chiaro: l’ex Panathinaikos si trovava circondato dall’esercito rossonero, era sul punto di perdere la sfera, perché fermarlo con un fallo?
Sta di fatto che, una volta compiuto il misfatto, Montolivo non è riuscito a riprendersi e cambiare il volto della gara. Pur avendo tenuto a lungo palla, non ha costruito occasioni e ha mostrato problemi nel contenere i dirimpettai. L’unico acuto di una gara da dimenticare si è riscontrato nel finale, quando ha scaldato i guantoni di Mirante con una conclusione dalla distanza. Ma non è bastato. Riccardo non va etichettato come l’unico responsabile del mancato successo, gli errori di Bojan, Boateng, De Jong e Abbiati docent, ma non possiamo negare che l’ingenuità da lui commessa abbia avuto ripercussioni sull’esito del match. Trattasi di un dato di fatto.